I clienti Wind sia di rete mobile che di rete fissa che hanno stipulato un contratto in abbonamento sono costretti a pagare i costi di incasso nelle fatture. Un obbligo che è stato introdotto nel mese di giugno 2017 in seguito alla fusione tra Wind e TRE ed alla nascita dell’operatore unico Wind TRE Italia.
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Prima di allora solo i clienti TRE ricevevano i costi di incasso da pagare per ogni fattura. Una pratica, dunque, che i dirigenti dell’operatore unico potevano risparmiarsi di estendere anche ai clienti Wind con molti di questi che ancora oggi non conoscono l’esistenza di questi costi di incasso.
Wind, gli abbonati costretti a pagare i costi di incasso: ecco a quanto ammontano
Per ogni fattura, che viene emessa con cadenza bimestrale, l’utente si trova in bolletta 0.73 centesimi di euro. Questo importo, definito come costo di incasso, è generato da 0.60 centesimi di euro per la gestione contabile e amministrativa delle fatture ai quali si deve aggiungere l’IVA al 22%.
Sul conto telefonico, dunque, gli utenti Wind pagano circa 37 centesimi in più al mese. Praticamente il 7% in più rispetto all’anno scorso, prima che si procedesse con la fusione dei due operatori telefonici. Ma i costi non finiscono qui perché per chi non ha attivo il servizio e-conto by mail, che permette di ricevere la fattura via email, ci sono altri costi.
Si tratta di 1.27 euro da aggiungere ai 0.73 centesimi per coloro che ricevono ancora la fattura in formato cartaceo; spedita al proprio domicilio. Siamo tornati a parlarvi di questi costi spesso sconosciuti ai clienti Wind perché con il ritorno alla fatturazione mensile il numero di fatture dovrebbero minuire e di conseguenza anche i costi di incasso.
Tuttavia, Wind Tre Italia ha informato i suoi abbonati che per motivi tecnici il prossimo conto telefonico potrà avere una durata inferiore ma la fatturazione dei rispettivi giorni prevede comunque l’emissione di una nuova fattura e quindi di altri costi di incasso a discapito del portafoglio dei clienti.