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Il settore delle auto elettriche in Europa si prepara a un drastico cambiamento a partire dal prossimo mese di luglio. Esattamente quando l’Unione Europea prevede di introdurre tasse molto più alte sulle auto elettriche importate dalla Cina. Secondo quanto riportato dal Financial Times, le nuove tariffe potrebbero aumentare fino al 25%. Una mossa volta a mitigare l’impatto dei generosi sussidi governativi che le case automobilistiche cinesi ricevono. Mettendo così a rischio anche i giganti dell’automotive come Tesla e Volvo.

Mercato auto elettriche: reazioni contrastanti e tensioni tra Europa e Cina

La Commissione Europea infatti aveva espresso preoccupazione per la possibile “concorrenza sleale” derivante dai sussidi statali cinesi alle aziende automobilistiche locali. I quali potrebbero consentire loro di applicare prezzi più bassi rispetto ai loro omologhi europei. Questo scenario potrebbe influenzare i listini delle auto interessate, ma anche compromettere gli introiti delle case europee che esportano veicoli in Cina. Alcuni brand occidentali, tra cui Tesla, Volvo, Dacia e CUPRA rischiano così di essere gravemente colpiti dalle nuove misure fiscali.

Le reazioni alla proposta di aumento delle tariffe non si sono fatte attendere. Mercedes-Benz e altri attori dell’industria automobilistica europea hanno già manifestato la loro opposizione. Temendo un impatto negativo sul commercio e sulle relazioni internazionali. In risposta alle nuove tasse europee, la Cina ha minacciato di rialzare le proprie tariffe d’importazione fino al 25%. Ciò al fine di equilibrare il trattamento commerciale.

Insomma, l’intera vicenda mette in evidenza una crescente sfida geopolitica nel settore automobilistico globale. Sono previste implicazioni importanti. Non solo sulle economie delle nazioni coinvolte ma anche sull’innovazione tecnologica e sul futuro delle auto elettriche. Mentre i negoziati tra le parti continuano, resta da vedere come si evolverà questa disputa commerciale. Ma soprattutto quali saranno le strategie adottate dalle grandi potenze al fine di poter continuare a proteggere i propri interessi nel mercato automobilistico internazionale.

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