Murati, la CTO di OpenAI, rilascia un'intervista sull'attesissimo ChatGPT-5, svelandone le potenzialità e la potenziale data di lancio.

Le recenti voci di corridoio nel mondo dell’intelligenza artificiale avevano sollevato l’entusiasmo intorno all’arrivo imminente di GPT-5 da OpenAI. Questo nuovo modello ha suscitato curiosità e domande su quanto possa effettivamente essere intelligente. Per gettare luce su queste speculazioni, è intervenuta Mira Murati, Chief Technology Officer di OpenAI, in un’intervista rivelatrice a Dartmouth Engineering.

 

Il nuovo GPT-5, livello dottorato

Murati ha iniziato con un confronto semplice ma efficace, paragonando il passaggio da GPT-4 a GPT-5 al salto di un ragazzo dalle scuole superiori all’università. Ha dipinto GPT-3 come un “adolescente” nell’intelligenza artificiale, mentre GPT-4 ha rappresentato un passo avanti verso una maturità più vicina a quella di un liceale. Ora, con GPT-5, si aspetta un livello di intelligenza che potrebbe affrontare compiti “da dottorato” in modo più specializzato, aprendo nuove prospettive nel panorama dell’IA.

Quando è stata sollevata la questione della tempistica per il lancio di GPT-5, Murati ha indicato che il modello potrebbe vedere la luce tra circa un anno e mezzo. Questa previsione ha deluso coloro che speravano di vedere GPT-5 già entro la fine del 2024, ma evidenzia la complessità del processo di sviluppo e il desiderio di OpenAI di garantire un prodotto maturo e performante al momento del lancio.

Le reazioni a questa nuova tempistica sono state variegate tra gli esperti di IA e gli appassionati del settore. Molti, pur comprendendo la necessità di tempi adeguati per sviluppare un modello così avanzato, esprimono la loro impazienza e la curiosità per vedere come GPT-5 potrebbe rivoluzionare ulteriormente l’uso dell’IA in vari settori.

 

Un’attesa che vale la pena aspettare

L’attesa prolungata potrebbe anche rappresentare un’opportunità per raffinare ulteriormente le capacità di GPT-5, garantendo che sia all’altezza delle aspettative elevate che circondano il marchio OpenAI. Questo ritardo potrebbe offrire un margine maggiore per test e miglioramenti, assicurando che il modello sia non solo performante ma anche conforme agli standard normativi globali, compresa la privacy e la sicurezza dei dati.

 

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