ChatGPT Test di Turing Siamo nel 1950 e sulla rivista Mind appare l’articolo “Computing machinery and intelligence”. Alan Turing proponeva per la prima volta l’omonimo test di Turing, ispirato al “gioco dell’imitazione”. Il test coinvolgeva tre persone, un uomo A, una donna B e una terza persona C che avrebbe dovuto separarsi dalle due e rivolgere loro delle domande per poi essere in grado di riconoscere la provenienza delle risposte.

Alla base del test vi era la convinzione che A avrebbe potuto essere sostituito da una macchina e che i risultati ottenuti da C avrebbero potuto stabilire l’intelligenza della macchina e la sua capacità di pensare, e quindi la sua capacità di essere indistinguibile dall’essere umano. 

Negli anni il test di Turing è stato oggetto di numerosissimi dibatti e rivisitazioni ma ancora oggi si fa ricorso ad esso per stabilire l’intelligenza delle macchine. Proprio di recente, infatti, il Dipartimento di Scienze Cognitive dell’UC San Diego ha deciso di attuare l’esperimento su Eliza, chatbot degli anni ’60, ChatGPT 3.5 e ChatGPT 4. 

ChatGPT 4 supera il Test di Turing: l’esperimento

 

Protagonisti dell’esperimento sono stati Eliza, un chatbot del 1966 in grado di rispondere ad alcune domande attraverso frasi prestabilite che simulano parodisticamente un incontro da una psicanalista, ChatGPT 3.5 e la più recente versione ChatGPT 4.

I tre chatbot sono stati utilizzati da alcuni utenti che hanno messo in atto il test di Turing intrattenendo delle conversazioni dalle quali si è arrivati ai risultati per cui: ChatGPT 4 è in grado di simulare l’essere umano al 54%, ChatGPT 3.5 riceve un 50% mentre Eliza, giustificato dalla precarietà della sua tecnologia, riceve soltanto un 22%.

Ne deriva che per gli esseri umani, soprattutto per i meno esperti, potrebbe essere complesso stabilire se un messaggio proviene da un altro essere umano o da un’AI. I risultati, inoltre, rendono inevitabile riflettere sui futuri progressi raggiungibili da tali tecnologie, divenute ormai fondamentali per una porzione non indifferente di utenti.

Al di là delle riflessioni prettamente etiche che potrebbero scaturire da tali osservazioni, risulta comunque affascinante prendere atto dei risultati straordinari manifestatisi negli ultimi anni. L’arrivo di ChatGPT 5 e dei rispettivi rivali potrebbe davvero rappresentare un ulteriore passo in avanti.

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