openai OpenAI Newsroom è stato al centro di un grave attacco. A capo di quest’ultimo sembra esserci un gruppo di hacker che ha usato il profilo X della nota azienda per diffondere una truffa per il settore delle criptovalute. L’account di OpenAI vanta quasi 54.000 utenti e si occupa della diffusione di notizie ufficiali da parte dell’azienda. Per questo motivo, in molti hanno creduto all’affidabilità del post pubblicato dagli hacker. Quest’ultimo annunciava il lancio di un token denominato “$OPENAI“.

OpenAI: profilo sotto attacco

Nel post pubblicato sulla piattaforma social viene annunciato che il token è stato ideato per diminuire il divario presente tra l’intelligenza artificiale e la tecnologia blockchain. Inoltre, nel testo viene sottolineato che possedere $OPENAI garantisce agli utenti l’accesso ai futuri programmi beta offerti dall’azienda. Infine, il post presentava un link che rimandava ad una finta versione del sito di OpenAI.

Il sito in questione è stato analizzato da Jay Peters, editor di The Verge. Secondo quanto riportato è presente una sezione dedicata agli utenti per richiedere la criptovaluta $OPENAI. Dopo aver cliccato sull’apposito tasto messo a disposizione, veniva chiesto di collegare un portafoglio. Ed è proprio tale passaggio a dare origine alla truffa.

Quanto accaduto con il profilo di OpenAI ha dato origine ad una serie di questioni riguardo la sicurezza delle piattaforme social. Inoltre, si è fatto riferimento anche alla vulnerabilità dei sistemi. Anche aziende del calibro di OpenAI, infatti, possono essere vittime di attacchi informatici nonostante il loro impegno per tutelare le proprie piattaforme ed anche i loro utenti.

Per il momento non sono stati rilasciati annunci ufficiali sull’attacco. OpenAI e X hanno optato per il silenzio e non sono stati forniti dettagli riguardo l’accaduto. In ogni caso, è importate ricordare che in questi casi gli utenti devono prestare estrema cautela. Per evitare di cadere vittime di tali incidenti è utile non cliccare mai su link esterni e non inserire informazioni sensibili a meno che non si abbia la certezza assoluta della veridicità del sito utilizzato.

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