Una delle più grandi bellezze del Sistema Operativo Android sta nella possibilità di scelta: possiamo scegliere il device che più fa per noi, che più ci piace, dal processore più potente al più debole, dal display più grande al più piccolo, dal più personalizzato a quello liscio. Purtroppo però c’è sempre un lato oscuro della medaglia: tutta questa scelta porta alla frammentazione, e a quanto pare agli sviluppatori non va affatto bene.
Lo sviluppatore non è un Modder, non è una persona che crea tool e rom solo per passione; è un’imprenditore informatico, e come tale basa il suo guadagno sulle vendite delle applicazioni che crea, e di conseguenza sul sistema che genera più profitti con la minor richiesta di energie.
Purtroppo Android ha un grandissimo difetto, ovvero quello di adottare una moltitudine di processori, risoluzioni, aggiornamenti differenti, che non fanno altro che rendere più duro il lavoro per creare un’applicazione.
Uno studio del IDC ottenuto con la collaborazione di 2173 sviluppatori multipiattaforma rivela infatti che l’interesse nei confronti di Smartphone e Tablet Android è andato via via sempre più riducendosi, passando da un score percentuale dell’85% e 75% ad uno del 78% e 67%.
Tra le cause principali di questo calo troviamo principalmente la grande frammentazione, che non permette di sviluppare rapidamente l’applicazione.
Sistemi come il nascente Windows Phone o il più che rodato iOS infatti rendono molto più semplice il tutto, grazie ad un hardware comune nei device di Redmond e ad uno unico in quelli Apple. Avere un solo processore ed una sola risoluzione semplifica ovviamente il tutto.
Un problema pesante quindi quello di Android, che speriamo vada sempre più scemando grazie all’adozione di processori più simili se non uguali nei vari device. Se da un lato è preferibile al giorno d’oggi per prestanza un Exynos piuttosto che un Tegra o un Qualcomm, dall’altro è certo che quando si va nel Play Store e non si ha a disposizione un’applicazione che si vuole, da sempre molto fastidio.