Il Nexus 4 (prodotto da LG e Google) debutterà negli Stati Uniti il 13 Novembre al prezzo di 299 euro. In Italia lo vedremo a fine Dicembre a un prezzo raddoppiato. Ma perchè?
Tra meno di una settimana il nuovo Googlefonino debutterà negli States a un prezzo di 299 dollari (nella versione da 8Gb) e 349 dollari (in quella da 16Gb), e in altri 4 Paesi europei (Spagna, Francia, Regno Unito e Germania) a 349 euro (la versione da 16 Gb). Qui in Italia dobbiamo attendere un mese e mezzo in più, e questo non sarà l’unica differenza rispetto ai Paesi sopracitati, infatti l’aspetto dolente riguarderebbe il prezzo: pensate che lo stesso e identico Smartphone può avere un prezzo che oscilla tra i 549 euro e i 599 euro nel nostro “Bel” Paese.
Non è un caso che da noi, sono state promosse delle petizioni contro questa differenziazione discriminata dei prezzi. A molti utenti non sarà sembrato giusto pagare per uno stesso Smartphone anche 250 euro in più (come dargli torto? ndr).
Tutto ha una spiegazione, fatta di dinamiche economiche complesse che cercheremo di spiegarvi.
Google quindi nei Paesi in cui è presente con il Play Store può tranquillamente “tirare” il prezzo; in quanto dispone del suo canale di vendita online (zero spese, zero stipendi, ridotti costi di gestione), ma anche perchè lavora su un modello di business differente da Lg (e da qualsiasi altra azienda hi-tech). Google non ha interesse a fare dei guadagni sul prezzo intrinseco del terminale, quanto piuttosto dalla diffusione dei servizi che tale terminale offrirebbe (dal motore di ricerca a Google Maps, Gmail, Google Play, ecc.). Quindi Google prediligerà la diffusione del terminale piuttosto che perseguire il profitto che ne deriverebbe dalla vendita.
LG ha un approccio e un modello completamente diverso, la stessa azienda sulla copertina di Panorama ha dichiarato“Non siamo un’azienda che fa beneficenza e che può vendere un prodotto in perdita” – come spiega Raffaele Cinquegrana , Product Manager di LG Electronics Italia – il quale aggiunge che“il costo proposto da Google non sarebbe sostenibile con il nostro modello di business”.