Tempo fa si era parlato, grazie all’abrogazione della legge Pisanu, che il wifi potrebbe essere totalmente libero per chi lo offre, senza alcuna limitazione, e senza alcun
Obblighi indispensabili per chi offre wifi pubblico, ecco come il governo fa dietro front alle promesse sulla liberalizzazione completa del Wifi, tra le critiche di tutti gli esperti e addetti ai lavori per rendere il wifi finalmente libero per tutti.
Un disastro, insomma, si era presentata l’originaria norma Wi-Fi del Decreto del Fare come la “liberalizzazione del Wi-Fi“, finalmente sottratto agli obblighi che ne avevano rallentato la diffusione in Italia.
Ma già quella norma conteneva parecchi problemi e poteva essere interpretata come un passo indietro rispetto alla situazione precedente, quanto a libertà d’uso del Wi-Fi.
L’emendamento per rendere libero il wifi, da una parte cerca di risolvere problemi legati alla privacy, infatti il testo dice “Il trattamento dei dati personali necessari per garantire la tracciabilità del collegamento di cui al comma 1 è effettuato senza consenso dell’interessato, previa informativa resa con le modalità semplificate di cui all’articolo 13, comma 3, del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, e non comporta l’obbligo di notificazione del trattamento al Garante per la protezione dei dati personali”. Dall’altra esacerba gli obblighi di tracciabilità, eliminando quindi ogni traccia di liberalizzazione. L’emendamento comincia dicendo che “quando non costituisce l’attività commerciale prevalente del gestore del servizio, l’offerta di accesso ad internet al pubblico tramite tecnologia WIFI non richiede la identificazione personale degli utilizzatori”.
Bisognerebbe installare e gestire un server apposito (“syslog”), messo in sicurezza, per associare l’indirizzo al MAC Address che identifica il dispositivo”, quando gli utenti si connettono a una rete Wi-Fi, ricevono normalmente un Ip della rete interna “che però non fornisce alcuna informazione e non consente la tracciabilità del collegamento. Allora bisognerebbe obbligare il gestore a fornire un Ip pubblico, oltre al fatto che prendere un blocco di ip pubblici, anche piccoli, ha un notevole costo ai giorni d’oggi.
Adesso il tutto è nelle mani dell’Aula. La polemica è forte, ma bisognerà vedere se ci saranno i tempi per intervenire nel testo sul Wi-Fi.
Che dire, coloro i quali erano già informati di tutto stavano sperando di poter stare nel bar sotto casa, magari col proprio smartphone in mano, o magari abitando in pieno centro di poter usufruire di una connessione ad Internet pubblica e gratuita come già accade in moltissime altre parti del mondo.