È di oggi la notizia, Google e Microsoft si uniscono in “un’ alleanza inedita per fare chiarezza” ecco come esordisce nella sezione tecnologica Repubblica.it
Le due società, sono “preoccupate” per il governo USA che sta cercando di prendere tempo per la loro richiesta di rendere pubblica una lista, o comunque un qualche documento che consenta di sapere come vengono usati i software per lo spionaggio (in particolar modo quelli nel datagate) ma soprattutto quali informazioni vengono prelevate e in che circostanze da tali software.
Proprio per questi motivi, i due grandi colossi si sono alleati in una causa contro il governo USA per fare proprio chiarezza su ciò
Molti dati, ovviamente solo quelli a loro disposizione, sono stati svelati sia dalla società di Redmond (Microsoft) che da Facebook, il quale parla di circa 25mila richieste nell’arco dei soli ultimi mesi.
Ciò però non soddisfa ne i colossi, ne gli utenti, la pressione sul governo USA si sta facendo sempre più pesante, i dati divulgati sono davvero pochissimi rispetto alla reale mole delle intercettazioni oltre al fatto che tali intercettazioni mettono soprattutto in cattiva luce i colossi, che si sa, devono soddisfare gli utenti e ovviamente “tenerseli cari” garantendo che i loro dati non capitino in mani sbagliate, o non vengano usati in modo in proprio, come ad esempio per essere controllati dal governo senza alcun motivo apparente.
La reputazione dei colossi in fatto di privacy si sa, è sempre stata una storia controversa, una minima falla e potrebbe scoppiare uno scandalo capace di “abbattere” anche il più grosso colosso del web (basti pensare che Google è stato costretto a garantire per i suoi server!)
Difficile che Obama dia via libera ad una tale richiesta, soprattutto perché il governo USA teme che ulteriori rivelazioni possano seriamente colpire la sicurezza nazionale, anche se la CNN ammette che molti dei loro documenti non sarebbero in alcun modo influenti sulla stessa (del resto, un colosso del web non chiederebbe mai dati di reale sicurezza nazinoale, solo dati per tranquillizzare gli utenti, si sa!).
Brad Smith, vicepresidente esecutivo della Microsoft afferma “Nelle ultime settimane abbiamo accettato che il Dipartimento di giustizia rinviasse per sei volte la scadenza entro la quale il governo doveva rispondere. Siamo delusi dal fatto che questi negoziati siano falliti: faremo causa nella speranza che i giudici sostengano il nostro diritto a parlare con più libertà”.
Non ci resta che aspettare, ma soprattutto sperare che questa faccenda si concluda nel migliore dei modi, ma soprattutto nell’interesse di tutti noi!