Con Android e la nostra guida potrai risparmiare fino a 2.000 euro l’anno tenendo sotto controllo i servizi a cui sei abbonato e le opzioni inutili aggiunte dagli operatori telefonici alle tariffe per telefono fisso, cellulare e Internet.
Per economizzare la bolletta telefonica, che sia di casa o dello smartphone, non basta più fare poche chiamate. È necessario avere l’accortezza di non incappare in servizi truffaldini, driblare pubblicità ingannevoli, scegliere ie funzioni che si usano e avere sempre gli occhi ben aperti su cosa ci viene proposto da operatori e fornitori di servizi. Facciamo quindi il punto della situazione e scopriamo come puntare al vero risparmio.
Attenti alla pubblicità – Risparmi 240 euro l’anno
È una delle ultime frontiere della truffa telefonica su dispositivi mobili e consiste nel vederci addebitare costi accessori per abbonamenti a servizi che apparentemente non abbiamo mai sottoscritto. Il trucco alla base di questo sistema è tanto semplice quanto sibillino e sfrutta l’uso di alcuni APN (Access Point Name) non certificati per collegarsi a internet in WAP (Wireless Application Protocol), il protocollo mobile per l’uso del Web. Navigando con il telefono, veniamo spesso in contatto con banner e pubblicità di varia natura. Fin qui nessun problema, ma se queste inserzioni inglobano una funzione di registrazione nascosta, ecco che il nostro numero telefonico viene rilevato e inserito in una banca dati. A questo punto, da qui a vedersi recapitare suonerie, sfondi e altri contenuti a pagamento via SMS è un baleno. Infatti, secondo le aziende che forniscono questi contenuti di dubbia natura, selezionare una pubblicità equivale a sottoscrivere un contratto. Un aspetto che per la legge italiana viene dichiaratamente considerato illegale, in quanto il fruitore del servizio deve dimostrare la volontà da parte nostra nel volere accedere a un dato abbonamento. Anche se i confini legali sono sfumati, il tutto rischia di vederci risucchiare decine di euro dal conto telefonico senza avere la consapevolezza di come sia possibile. Il gestore telefonico avrebbe tutte le carte in regola per impedire questa pratica filtrando il numero, ma purtroppo non lo fa a meno di non essere noi a chiederlo. A questo proposito, per evitare di incappare in tali raggiri, possiamo agire d’anticipo e richiedere il blocco dei servizi a sovrapprezzo, che in gergo tecnico viene definito anche Barring SMS. Per farlo è sufficiente chiamare il servizio clienti del provider telefonico, quindi imporre che applichi questa misura restrittiva al nostro numero (il box qui a fianco riepiloga il nome del servizio cui far riferimento per richiedere il blocco). Se siamo tra gli sfortunati che sono già caduti nel tranello, possiamo provare a reclamare uno storno all’operatore. In assenza di normative chiare, dobbiamo però affidarci alla disponibilità dell’operatore e alle regole interne degli operatori. Secondo alcune esperienze raccolte, Wind accetta di rifonderci solo la prima volta, Vodafone non sempre, e TIM invece non effettua rimborsi.
Roaming, no grazie – Risparmi 700 euro l’anno
Un ulteriore servizio mangia soldi è il Roaming. In questo caso, però, non ci riferiamo a quello internazionale e per cui esistono abbonamenti trasparenti e anche abbastanza convenienti. Stiamo invece parlando di quello nazionale, cui possiamo incappare inconsapevolmente a causa di accordi tra operatori di telefonia mobile. Prima di procedere nella spiegazione, però, è opportuno ricordare cosa significa il termine Roaming. In pratica, si tratta di una serie di procedure che permettono di utilizzare reti appartenenti ad altri gestori telefonici oltre alla nostra. Il roaming nazionale si attiva quando il gestore di telefonia mobile non copre una determinata zona, appoggiandosi quindi a un concorrente che gli fornisce l’uso della propria rete a condizioni particolari. Nelle offerte dati a traffico incluso, nel prezzo che paghiamo per fruire del servizio, spesso non è compreso l’utilizzo della connessione in roaming con altro operatore. Se usiamo H3G, per esempio, potrebbe succedere di passare in roaming su TIM per le zone non coperte. In tal caso, ovviamente, avremo un aggravio di spese, che vedremo decurtare dal conto telefonico. Per evitare questo spiacevole inconveniente, possiamo agire sulle impostazioni del telefono per disattivare la conness one in roaming. Potete vedere le procedure nel dettaglio per iPhone e Android nel box sopra riportato. Si tratta di un’operazione semplice e veloce, che vi consigliamo caldamente di mettere in pratica.
Connessione condivisa – Risparmi 900 euro l’anno
Il Tethering mobile è una funzione controversa, che negli ultimi tempi sta riscontrando comportamenti diversi da parte degli operatori. Si tratta della procedura con cui colleghiamo un tablet o PC allo smartphone (via Wi-Fi o cavo) per sfruttarne la connessione a Internet. Per alcuni provider, questo servizio non è incluso nell’abbonamento e quindi viene bloccato automaticamente. Per altri, si adottano procedure di pagamento accessorie. che rischiano di salassare la SIM prepagata. È il caso di Vodafone, che nel momento in cui rileva l’attivazione del tethering e la connessione di un dispositivo diverso dallo smartphone sullo stesso collegamento, addebita all’istante quattro euro al giorno.
Non più gratis – Risparmi 6 euro l’anno
Ci sono poi i casi in cui un servizio che prima era gratuito diventa improvvisamente a pagamento. E il caso di “Lo sai” e “ChiamaOra” di TIM e “Chiamami” e “Recall” di Vodafone. Indipendentemente da come le si chiami, queste semplici
funzioni cui tutti siamo abituati permettono di ricevere un SMS di notifica quando qualcuno ci ha chiamato e non abbiamo risposto poiché fuori campo, impegnati in un’ altra chiamata o semplicemente perché abbiamo il telefono spento. Bene, se fino ad Agosto erano gratuiti, da Settembre sono diventati a pagamento. Parliamo di 1,90 euro ogni quattro mesi per TIM e 6 centesimi per i giorni di utilizzo per Vodafone. Per disattivarli, nel caso di TIM, è necessario chiamare il 40920, mentre per Vodafone dobbiamo metterci in contatto con il 42593. In entrambi i casi è comunque possibile disabilitarli dalle aree Fai da te presenti sui siti ufficiali degli operatori.
La segreteria costa – Risparmi 40 euro l’anno
Quando attiviamo una nuova SIM, facciamo sempre attenzione ai servizi in prova che ci vengono forniti il primo mese. Molto spesso sono in promozione gratuita, ma allo scadere della finestra temporale vengono rinnovati automaticamente a pagamento. Di solito riceviamo un SMS che ci avvisa, ma è opportuno sincerarsi fin da subito di quali siano le opzioni attive sul nostro numero per cui dobbiamo sborsare del denaro. Possiamo farlo sia in fase di acquisto della SIM chiedendo al negoziante, sia chiamando il servizio clienti dell’operatore mobile. In tal caso, conviene sempre disabilitare qualsiasi servizio accessorio, per poi attivarli singolarmente e secondo le nostre preferenze. In questa circostanza rientra anche la famosa Segreteria telefonica, che può essere annoverata tra le funzioni più controverse. Infatti, se per l’attivazione e il reindirizzamento delle chiamate verso di essa non si paga niente, il costo per ascoltare i messaggi è di norma salato (Wind 12,40 centesimi a chiamata, TIM 15,13 centesimi a chiamata) o dipende dal piano tariffario che si utilizza (Vodafone, H3G). Pertanto conviene sempre valutare se il gioco valga la candela e non convenga invece disattivarla, preferendo così utilizzare i soli servizi di notifica via SMS.
Rinnovo automatico – Risparmi 48 euro l’anno
Chi ha una connessione mobile TIM con scadenza mensile, giornaliera o settimanale, spesso lamenta un problema che avviene a cavallo della mezzanotte del giorno del rinnovo. In pratica succede che per alcuni minuti l’abbonamento non venga prorogato, lasciando così la connessione in balia dei costi a consumo. Se, come da prassi in tutti gli smartphone, abbiamo il collegamento continuo, vediamo addebitarci qualche euro di traffico dati. Di norma TIM rimborsa la spesa, ma ciò non toglie che sia un problema che a tutt’oggi non è ancora risolto. Se non ce ne accorgiamo, quindi, a ogni rinnovo rischiamo di subire un piccolo salasso. La soluzione, non arrivando ancora dall’operatore che speriamo possa mettere mano presto a questo disservizio, consiste nel bloccare il traffico dati al momento dalla proroga dell’offerta. Per farlo in automatico esistono apposite applicazioni che permettono di bloccare la connessione a intervalli tempora i specifici. Una di queste è Power Schedule per Android. Su iPhone, invece, dobbiamo agire manualmente andando in lmpostazioni>Generali>Cellulare. quindi disabilitare la voce Dati Cellulare.
Cambiare costa – Risparmi 40/85 euro anno
Per quanto riguarda i servizi di telefonia fissa e Internet, dobbiamo fare metta attenzione ai passaggi tra un’operatore e l’altro. Le offerte, specialmente in quest’ultimo periodo, non mancano e cambiare spesso potrebbe essere un buon modo per risparmiare denaro. Peraltro, molte promozioni sono a scadenza e prevedono un prezzo ribassato per sei mesi o un anno, per poi aumentare trascorso il termine. Purtroppo, però, a causa dei tanto odiati e contestati “costi di disattivazione”, il passaggio non è mai indolore. Riguardo a questi balzelli se ne sono sentite di tutti i colori, partendo però dal presupposto che non fossero legali. (Per approfondire date un’occhiata al box in fondo ala pagina).Purtroppo non è esattamente così, perché se approvati da AGCOM e commisurati ai reali costi che gli operatori dovrebbero sostenere per la disattivazione, le cifre richieste sono dovute con buona pace di chi vorrebbe evitare ulteriori spese per il consumatore. Il problema è che, nonostante i provider siano stati obbligati a metterli in bella mostra su apposite tabelle, gli operatori si guardano bene dal parlarcene nel momento in cui sottoscriviamo un contratto, salvo il caso in cui non siamo noi a porre la domanda. Ecco perché è importante sapere che questi costi esistono e sono reali. La cifra di cui stiamo parlando si aggira tra i 40 e gli 85 euro a seconda dell’operatore e del tipo di distacco che prevediamo di fare. Per sganciarci da Tiscali e passare ad altra azienda, per esempio, con un servizio ADSL+Telefono dobbiamo sborsare 43,36 euro. Se invece vogliamo disattivare del tutto la linea, parliamo di ben 84,69 euro. Fastweb, invece, applica da 51,97 euro a 41,48 euro per la migrazione a seconda che si abbiano o meno apparati in comodato e da 86,13 a 76,37 euro per la cessazione del servizio. Sono solo due esempi, ma che danno l’idea di quanto possa venirci a costare abbracciare spesso offerte di operatori diversi. Nel momento in cui decidiamo per un provider, quindi, valutiamo sempre molto bene.
20 sono meglio di 7? – Risparmi 95 euro l’anno
La maggior parte delle offerte ADSL si attesta sui 20 Mega. Il problema, però, sta nel fatto che si tende a parlare sempre di velocità teoriche. In città, di solito non si riescono a superare i 12 Mega nelle situazioni migliori, mentre nelle più classiche e frequenti si scende a 6 o 7 Mega. In linea di massima, pertanto, si ha un appiattimento della velocità in download che porta una 20 Mega teorica a essere una 7 Mega nella prafica. Anziché scegliere il taglio più grande pur sapendo che andrà meno veloce, conviene risparmiare puntando subito ai reali 7 Mega. L’unico aspetto che potrebbe condurci verso la prima scelta riguarda l’uplo-ad. Infatti, le 20 Mega offrono 1 Mega anziché 512 Kbps.
Serve davvero? – Risparmi 30 euro l’anno
Quando sottoscriviamo un contratto per una ADSL, facciamo attenzione ai potenziali servizi aggiuntivi che vengono inseriti automaticamente. Di solito sono a pagamento o nella migliore delle ipotesi gratis, salvo poi il tacito rinnovo con il relativo addebito. Spesso, infatti, potrebbero non interessarci. Un esempio è il servizio opzionale “PC Sicurezza Totale“, che viene dato da Fastweb per l’offerta fibra e ADSL Jet. I primi due mesi è gratuito, ma dopo ci viene a costare 2,52 euro al mese. Se però nei nostri PC è già attivo un antivirus o magari una suite Internet Security, non ha senso spendere per un altra opzione di sicurezza supplementare. In altre parole, vale sempre la pena analizzare nel dettaglio tutto ciò che la cifra pattuita comprende, quindi decidere di conseguenza.
Scatto alla risposta Risparmi 120 euro l’anno
Le offerte Telefono fisso+ADSL, negli ultimi tempi, sono molto convenienti. Spesso bastano 25 euro al mese per portarci a casa una 20 Mega, più la possibilità di telefonare a costo fisso verso numero urbani e nazionali. C’è però un aspetto che dobbiamo valutare: il famoso scatto alla risposta. Per chi non lo sapesse, si tratta di una tariffazione fissa che prevede il pagamento di circa 15/20 centesimi (dipende dall’operatore) non appena il destinatario della chiamata alza il telefono e risponde. Di solito non vengono aggiunti altri costi indipendentemente dalla durata, ma se siamo soliti fare tante chiamate brevi, allora la convenienza dei 25 euro al mese decade. Infatti, finiremo per pagare i 15/20 centesimi anche se stiamo al telefono per pochi secondi. In questo caso è molto meglio utilizzare’ lo smartphone, su cui di solito possiamo usufruire di promozioni tutto incluso, che prevedono un monte ore di conversazioni predefinito. Se per esempio abbiamo 250 minuti inclusi per 12 euro al mese, in proporzione conviene sfruttarli per fare le chiamate, lasciando il telefono fisso solo per la ricezione.