Google è libera di scegliere quali risultati mostrare nelle pagine di ricerca, questa la sentenza del giudice californiano nella causa intentata dal sito CoastNews.
Magari qualcuno ha solo ipotizzato quello che ora è una certezza, Google può fare e disfare come meglio crede e a dirlo è il primo emendamento della costituzione americana. La sentenza emessa dal giudice americano, Ernest H. Goldsmith della San Francisco Superior Court, decreta che Google, nel pieno rispetto della legge americana, nei risultati del suo motore di ricerca può decidere in che ordine mostrare i siti web elencati.
Questo rende vano il tentativo di webaster ed esperti SEO di far apparire i propri siti web o quelli per cui lavorano quanto più in alto nei risultati di ricerca? Forse, o forse no. Certo che il dilemma e il dubbio ormai sono instillati in noi così come deve essere entrato nell’animo del CEO di CoastNews che ha poi deciso di denunciare il gigante di Mountain View perché il proprio sito web risultava sempre in posizioni defilate su Google Search
quando su altri come Bing o Yahoo! Appare in prima pagina.Ora non sappiamo se CoastNews rispetti le infinite regole stabilite da Google (che, molte volte, essa stessa non rispetta), ma per indire causa evidentemente qualche motivo c’è. Certo è che questa sentenza crea un precedente per eventuali altre cause che altri siti web potrebbero intentare nei confronti del più famoso motore di ricerca al mondo.
I legali di Google sono stati molto furbi a rispondere tramite “l’anti-SLAPP”, una strategia giuridica per contestare rapidamente cause contro la libertà di parola, in questo modo le contestazioni di CoastNews sul comportamento di Google sono “un’attività costituzionalmente protetta”, secondo il giudice Goldsmith.