Internet questo sconosciuto per ben 22 milioni di italiani, fanno peggio di noi solo Bulgaria e Romania, come sempre l’Italia è agli ultimi posti di qualunque classifica.
Da una ricerca condotta dall’Istat sono il 38,3% della popolazione i non naviganti della rete che corrispondono a circa 22 milioni di persone, in Italia, che non hanno mai avuto voglia e modo di collegarsi ad internet.
Italiani, un popolo di santi, poeti e… non naviganti, è una cifra esorbitante e ci vede agli ultimi posti in classifica, davanti solo a Bulgaria e Romania, tra i Paesi che hanno il maggior numero di persone che non vanno in rete. Seppur il 2014 ha visto un incremento nella popolazione che naviga passando al 64% dal 60,7% dello scorso anno, la statistica “Cittadini e nuove tecnologie” parla chiaro e i numeri sono a nostro sfavore.
Ancora un settore in cui l’Italia rincorre gli altri Paesi membri dell’Europa per non parlare del mortificante confronto con gli USA. Incredibile che nel giorno in cui l’Ibm ha premiato con uno «Shared University Grant» di 20 mila dollari l’Università di Pisa e la Fondazione Promostudi per la ricerche svolte nel campo della sicurezza informatica dal team guidato da Fabrizio Baiardi e Marcello Montecucco con una selezione durissima a livello mondiale, ci siano delle percentuali di non utenti così alte.
Nella fascia d’età compresa tra i 65 e i 74 anni non naviga il 74,8% arrivando addirittura al 93,4% se si entra nella fascia dai 75 anni in poi. In questa fascia d’età influisce molto anche il fatto di non lavorare più, almeno per la maggior parte dei comuni mortali, ma anche in altre fasce d’età la situazione non è delle migliori.
Tra quelli che vengono definiti i “nativi digitali” e che parte dai 6 anni influisce molto se uno o entrambi i genitori navigano con percentuali che arrivano fino al 40%, in questo secondo caso, tra i figli con età compresa tra gli 11 e i 14. Se i genitori non navigano la situazione è ben diversa e la percentuale è solo del 6,7%.
Anche nella fascia 16-24 anni, quella che naviga regolarmente, siamo tra gli ultimi posti in Europa contro il quasi 100% dei ragazzi nord europei.
Navigare in rete e utilizzare anche i servizi di vendita on line può aiutare l’economia, non solo elettronica. Internet è fonte infinita di informazioni e di acquisti di ogni genere e se gli italiani non navigano, colpa anche della nostra politica, non hanno possibilità di conoscere, di imparare, di acquistare al miglior prezzo e di far girare l’economia.
Era l’inizio dell’anno, esattamente il mese di gennaio, quando abbiamo pubblicato un articolo sull’e-commerce in Italia e anche in questo caso tra 28 paesi analizzati l’Italia era avanti solo a Grecia, Bulgaria e Romania.
“Questo è un problema più serio di quanto si possa pensare dato che la rete, e gli acquisiti che vi si possono fare, è diffusa a livello globale quindi con pochi acquisti su siti di e-commerce non si agevola l’economia fortemente in crisi.”
Il ritardo è non solo di tipo economico, ma anche culturale e ci porta ancora di più in un’arretratezza socio-economica.