Tor sotto attacco hacker nella giornata di Santo Stefano da parte dei Lizard Squad che a quanto pare ci hanno preso gusto.
Nel giorno di Natale, e con strascichi anche il 26 dicembre, Lizard Squad ha attaccato i server di XBOX Live e Sony PSN mandandoli in tilt, poi fa ancora parlare di sé per l’attacco al sistema di navigazione anonima Tor nel giorno di Santo Stefano.
Gli hacker di Lizard Squad devono averci preso gusto dopo l’attacco a Playstation Network e XBOX Live risolto solo con l’intervento di Dotcom (patron di Mega) che ha promesso un abbonamento a vita ai servizi offerti dall’ex Megaupload.
Nella giornata di ieri hanno poi preso di mira Tor, il servizio di navigazione anonima sviluppato in livelli. Il simbolo di Tor è una cipolla, un tipico esempio di composizione a strati di cui si avvale il sistema di navigazione basato su firefox. Il direttore dello sviluppo Karen Reilly afferma, per chiarire come funziona Tor, che “È come usare un corriere per inviare un messaggio all’interno di una busta che è all’interno di una busta, all’interno di un’altra busta dentro una busta”.
Vista la natura “nascosta” di Tor se ne sente spesso parlare per traffici illeciti e sembrerebbe questo il motivo dell’attacco da parte di Lizard Squad che su Twitter scrive che Tor è utilizzato solo da hacker, pedofili e malfattori e questo sarebbe il motivo dell’attacco non considerando l’altra faccia della medaglia e cioè la possibilità di rimanere anonimi e scambiarsi informazioni in quei Paesi in cui questo potrebbe salvare la vita.
L’entità dell’attacco non è nota e da Tor non è arrivata alcuna informazioni in merito, ma è arrivata la difesa di un altro gruppo di hacker famosi, gli Anonymous, che hanno chiesto ai Lizard di lasciare tranquilli gli utenti di Tor: “utile per combattere i governi corrotti”.
Al momento non sembra che ci siano falle nell’anonimato degli utenti che utilizzano Tor, Lizard Squad non sembra il tipico gruppo dedito ad attività politica visto come sono stati convinti a terminare l’attacco ai server PSN e XBL.
