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Fibra & LTE: l’Italia in ritardo sul futuro della connessione veloce

Ormai tutti gli smartphone e tablet di ultima generazione hanno la possibilità di connettersi a velocità incredibili eppure gli operatori telefonici nonostante pubblicizzino le connessioni a Fibra ottica e LTE non riescono a soddisfare la richiesta dell’utente finale. Facciamo il punto della situazione.

Tra circa un anno la metà degli italiani potrà avere almeno i 30 Megabit, grazie alla fibra ottica, mentre adesso i fortunati sono soltanto il 21 per cento della popolazione. Nel 2015 miglioreranno anche le connessioni mobili, perché dal “normale” Lte (4G) passeremo all’Lte Advanced, con velocità raddoppiate rispetto alle attuali. Abbiamo studiato a fondo i piani del Governo e dei provider  il responso è che possiamo prepararci all’avvento della banda ultra larga, in Italia; ed è quindi il caso di scoprire come farlo al meglio.

IN RITARDO SUL FUTURO

Siamo lenti, siamo ritardatari: lo ribadiscono ogni anno i principali studi, tra cui lo State of thè Internet Report di Akamai. Nel 2013 la velocità media italiana è di 4,9 Megabit (test fatti dagli utenti). In Europa fa peggio solo la Turchia (4 Megabit). Il motivo è che siamo di fatto ancora inchiodati su connessioni ADSL, mentre altri Paesi possono contare sull’evoluzione delle reti via cavo coassiale (assenti da noi) e sull’estensione di quelle in fibra ottica. Reti che danno almeno i 30 Megabit coprivano il 54 per cento della popolazione europea nel 2013, contro il 10 per cento dell’Italia (secondo dati Point Topic citati dalla Commissione europea). Risultato: fare una videochiamata ad  alta definizione è un privilegio per pochi, dato che (secondo quanto riportato da Skype) servono almeno 1,2 Megabit in upload (meglio 1,5 Megabit). Le migliori ADSL, com’è noto, danno al massimo 1 Megabit in upload, che quindi è ad oggi il vero collo di bottiglia della qualità Internet italiana. Soffriamo, di conseguenza, in Italia e solo in Italia tra i Paesi civili, anche quando dobbiamo inviare file pesanti al cloud (foto, video, musica). Se le nostre connessioni non si daranno una mossa, il ritardo con gli altri Paesi diventerà drammatico: pensiamo a tutti i servizi che si stanno diffondendo all’estero e che richiedono banda di qualità. Per esempio i film via Internet (legali) in streaming, che presto diventeranno in Ultra Alta Definizione (4K) e richiederanno quindi 100 Megabit per essere fruiti senza problemi. Per non parlare del futuro ancora a venire, come i contenuti di realtà virtuale via Internet, gli ologrammi, la possibilità di assistere a lezioni o a concerti in altissima definizione e in tre dimensioni. .. Tutte cose per cui sarà necessaria la banda ultra larga. E non è fantascienza: sono applicazioni già previste dai grandi capi di Goo-gle quando hanno annunciato un loro progetto con cui stanno portando connessioni in fibra 1 Gigabit nelle case in America.

NUOVE RETI IN FIBRA

Adesso che sappiamo che cosa ci aspetta grazie alla banda ultra larga, vediamo chi ce la vuole portare e come, da qui ai prossimi anni. Risposta facile: il Governo (con fondi pubblici) e gli operatori telefonici.

Si legge tutto nel piano “banda ultra larga” presentato il 20 novembre dalla Presidenza del Consiglio: prevede un fabbisogno di 12,2 miliardi di euro (pubblici e privati) per dare i 30 Megabit a tutti gli italiani e i 100 Megabit all’85 per cento, entro il 2020. Sono soldi già in parte assodati, grazie alle risorse dell’Unione Europea e ai piani industriali degli operatori. 11 piano prevede che serviranno 6 miliardi di euro di fondi pubblici, di cui 2,1 già sicuri perché inseriti in un accordo siglato tra l’Italia e l’Europa. Il resto ce lo dovranno mettere lo Stato centrale e le Regioni. L’altra metà dei soldi necessari (per arrivare ai 12 miliardi) dovranno arrivare dagli operatori, i cui piani industriali per ora si fermano al 2016 e a 2 miliardi di euro di investimento. In effetti, le risorse pubbliche serviranno a coprire i buchi dei piani privati. Telecom Italia copre circa 100 città con la sua rete in fibra (su cui è attestata anche l’offerta di Vodafone). Fastweb è in 20 città e mira ad arrivare a 100 nel 2016, quando Telecom ne coprirà 600. In più sta partendo Vodafone: porterà la fibra in 25-30 città, che diventeranno 150 nel 2017. In tutti questi casi parliamo di tecnologia fibra ottica fino all’armadio stradale, con velocità finale di 30 Megabit secondo l’attuale offerta Telecom; e di 20 o 100 Megabit secondo quella di Fastweb. Quest’operatore continua ad avere una rete storica con fibra ottica fino alle case. Arriva nelle case anche la fibra di Metroweb (sebbene la tecnologia sia diversa, più moderna di quella di Fastweb), operatore all’ingrosso su cui ci sono le offerte al dettaglio di Vodafone e Wind (fino a 300 Megabit). Per ora solo a Milano, Bologna, Genova.

Ci si può chiedere come mai solo Fastweb offra i 100 Megabit sebbene la tecnologia sia la stessa di Telecom (fibra fino agli armadi)… È una scelta commerciale. Con quella tecnologia, circa il 90 per cento degli utenti si avvicina molto ai 100 Megabit reali. Si sta già insomma creando un certo livello di concorrenza tra operatori, almeno nelle zone coperte da due o tre reti in fibra ottica. Limitata invece la concorrenza laddove c’è solo quella di Telecom, dato che al momento il solo rivenditore è Vodafone. Situazione insomma ben lontana da quella dell’ADSL, dove una miriade di operatori utilizza la rete Telecom per la propria offerta al dettaglio. Comunque, i prezzi Fastweb per la fibra ottica sono al livello dell’ADSL (per i 20/10 Megabit), cioè 30,35 e 45 euro al mese (a seconda dei servizi telefonici inclusi); 5 euro al mese in più per i 100/10 Megabit. Ricordiamo che i 20/10 Megabit in fibra valgono molto di più dei 20/1 Megabit dell’ADSL

: non solo perché la banda in upload è dieci volte superiore, ma anche perché quella in download è 20 Megabit garantiti, o quasi. Con Vodafone si passa a 36 o 44 euro. A 49,90 e 54,90 euro al mese con Telecom Italia (sempre con velocità 30/3 Megabit). Si nota insomma, per ora, una differenza marcata di prezzi a danno dell’offerta Telecom. Ancora è presto per sapere quali saranno le offerte che Vodafone lancerà sulla propria rete futura; è probabile però che daranno più velocità rispetto a quelle su rete Telecom. Il problema principale, in questo scenario di sviluppo della rete, non sono in realtà i prezzi quanto la copertura di  rete. «Tutti piani degli operatori, messi insieme, garantirebbero una copertura di circa il 50per cento della popolazione nel 2016 e del 70 per cento nel 2020, a 30 Megabit. lnsomma la coperta è corta sia per quantità di popolazione da coprire sia perle velocità (non ci sono piani ufficiali peri 100 Megabit», spiega Rossella Lehnus, che ha lavorato al piano banda ultra larga presso Infratel Italia, società del ministero dello Sviluppo economico. I fondi aiuteranno gli operatori in due modi: a portare i 30 o i 100 Megabit laddove non avrebbero investito affatto in fibra; e a fare un upgrade delle reti a 100 Megabit laddove, nei propri piani, si sarebbero accontentati di dare i 30 Megabit. All’atto pratico significa dare soldi agli operatori (a fronte di un bando di gara pubblico, ovviamente) per scavare più di quanto avevano previsto di fare con le sole loro forze. Per i 30 Megabit bisogna scavare fino all’armadio. Per i 100 Megabit, secondo il piano banda ultra larga, l’operatore va incentivato ad arrivare fino alla base del palazzo (con l’ultimo tratto che resta in rame, fino al router dell’utente; almeno per il momento). Ci saranno però anche zone in cui il ministero dovrà portare con i soli fondi pubblici la fibra fino agli armadi, non prevedendo contributi da parte dell’operatore. In un modo o nell’altro, bisogna trattenere il fiato: tutti, chi prima chi dopo, dovremmo avere almeno i 30 Megabit


L’EVOLUZIONE DEL 4G

Del futuro a banda ultra larga fanno parte anche le reti mobili. Anche se non possono ancora garantire 30 Megabit per ogni utente (a differenza della fibra), certo evolveranno verso quella direzione. Adesso il 4G (LTE) copre il 75 per cento della popolazione, con Tim e Vodafone; il 35 per cento con 3 Italia e il 25 per cento con Wind (dati aggiornati a novembre). Le velocità sono di 100 Megabit per cella, quindi da dividere tra tutti gli utenti connessi. Un grosso passo avanti avverrà già con l’LTE Advanced, che Telecom Italia e Vodafone hanno cominciato a sviluppare, in varie città italiane, tra novembre e dicembre
2014, portando le velocità a circa 200 Megabit (sempre condivisi). A questo punto ti chiederai quali sono le velocità reali, ma rispondere non è possibile con certezza, dato che mancano test ufficiali sul 4G (l’Autorità garante delle comunicazioni li farà a partire dal prossimo anno). Possiamo aspettarci comunque circa 10 Megabit con l’LTE e un raddoppio (20 Megabit) con l’Advanced. Va detto però che comparare le prestazioni dell’LTE con la fibra ha poco senso. Da una parte, le connessioni mobili non potranno mai dare quella stabilità e affidabilità possibili su fibra ottica. Dall’altra, il 4G ha l’indubbio vantaggio di consentire connessioni anche

in mobilità (e non solo da postazione fissa): ovunque o quasi, in prospettiva, dato che la copertura toccherà il 90 per cento della popolazione nel 2016. Anche le tariffe sono destinate a migliorare: lo stanno già facendo. Con Tim e Vodafone si parte da 19 e 15 euro al mese, rispettivamente, per provare l’ebrezza del 4G (1 GB al mese), con tariffe che includono anche chiamate (600 minuti con Tim e 500 con Vodafone; Tim comprende anche 600 SMS). Con 3 Italia e Wind i prezzi scendono ancora, a circa 10 euro al mese, ma anche la copertura è inferiore rispetto agli altri due operatori. Che cosa ci possiamo fare con il 4G? Ci sono applicazioni che più di altre si avvantaggiano delle maggiori prestazioni: come le videochiamate, l’invio o il download di foto e video su Facebook, i programmi TV su cellulare…

Ce ne accorgeremo anche grazie ai servizi che gli stessi operatori mobili lanceranno nel corso del 2015. Tra gli altri è previsto il Volte: Voice over Ite. È la possibilità di fare chiamate “arricchite” da servizi multimediali: scambio di foto, video e musica durante la telefonata; videochiamate a qualità garantita (a differenza di quella, erratica, di Skype e simili). Insomma, ci saranno sempre più opportunità e motivi per usare il 4G, mentre prezzi e velocità miglioreranno progressivamente nel 2015.

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Pubblicato da
D'Orazi Dario