Come sappiamo Uber e il CarPooling stanno rivoluzionando la mobilità, con buona pace dei gestori di mezzi pubblici i quali, con buone ragioni, stanno cercando di ostacolare l’azienda che sta spopolando con la sua app Android (e concorrenti), vediamo cosa ha da dire il giudice in merito!
Tutto iniziò con l’uscita in Italia di una app, “Uber“, la quale permetteva a chiunque, tramite il social in essa strutturato, di mettere a disposizione la propria automobile per percorrere insieme una tratta dividendo i costi e magari, guadagnandoci anche qualcosina.
Ovviamente senza un regolare regime fiscale, il guadagno resta comunque da etichettare come “evasione” e quindi illegale, ma secondo il giudice, questa sarebbe l’unico problema che questa app causerebbe a livello normativo, Uber infatti stando alla sentenza, non rappresenta in alcun modo un servizio abusivo di Taxi, il quale come sappiamo è regolamentato da ferree norme, quali quelle di dover avere un tassametro attivo al momento in cui il cliente sale in auto, il partire da piazzole di sosta dedicate e ovviamente, può godere di particolari vantaggi quali quelli di poter utilizzare tutto ciò (o quasi) che è riservato al trasporto pubblico.
Il giudice ha etichettato Uber