Brutte notizie per chi è solito cambiare operatore per cercare le offerte più convenienti. La pratica di passare da una compagnia all’altra per godere delle migliori promozioni subirà dei bruschi cambiamenti. La legge 40 del 2007, più comunemente nota come Legge Bersani, afferma che “i contratti per adesione stipulati con operatori di telefonia e di reti televisive e di comunicazione elettronica, indipendentemente dalla tecnologia utilizzata, devono prevedere la facoltà del contraente di recedere dal contratto o di trasferire le utenze presso un altro operatore senza vincoli temporali o ritardi non giustificati e senza spese non giustificate da costi dell’operatore”. Ma da oggi potrebbe non essere più così.
Il disegno di legge sulla Concorrenza, approvato in data 20 Febbraio 2015 dal Consiglio dei Ministri, è in procinto di modificare tutto questo, e cambiare operatore può arrivare a costare anche molto caro. La suddetta legge, infatti, afferma che “nel caso di risoluzione anticipata […] l’eventuale penale deve essere equa e proporzionata al valore del contratto e alla durata residua della promozione offerta”. In altre parole, la penale che nel 2007 Bersani era riuscito ad eliminare, torna e si fa pagare anche cara. Non sarà più possibile quindi recedere da un eventuale contratto con un operatore e pagare esclusivamente i costi tecnici della disattivazione: la penale, infatti, sarà calcolata in base al valore dell’accordo e ai mesi restanti in base a quello che è stato deciso nel momento della firma del contratto. Marco Pierani, responsabile dei rapporti istituzionali per Altroconsuma, ha dichiarato ai microfoni del Corriere della Sera:
Così facendo l’operatore può far pesare sulla fine anticipata del contratto, che non può essere superiore ai 24 mesi, l’investimento in marketing per promuovere l’offerta. Se il decreto dovesse entrare in vigore, si rischierà di andare oltre al centinaio di euro. Un doppio passo indietro considerando che aspettavamo addirittura un limite concreto all’entità dei costi di disattivazione.
Costi elevanti, quindi, se si desidera cambiare operatore. Questa pratica viene effettuata da molti appassionati di telefonia, che firmano e disdicono contratti con varie compagnie al fine di usufruire delle promozioni che più si preferiscono. Da oggi si potrà arrivare a pagare oltre i 100 euro se non è passato il numero adeguato di mesi necessari dal momento della stipulazione del contratto. Secondo Pierani, quelle che possono dare più problemi saranno nello specifico le linee fisse, che in questi anni hanno dovuto pagare multe da centinaia di migliaia di euro al Garante delle comunicazioni per ribadire quanto previsto dalla legge Bersani. Per quanto riguarda le compagnie telefoniche mobili, il ritorno delle penali rischia di peggiorare la situazione, che negli ultimi anni è sempre stata molto favorevole per via della concorrenza e della maggiore agilità del settore. Nel caso della telefonia, infatti, agli eventuali costi di scissione anticipata del contratto, già elevati, si andranno ad aggiungere le eventuali rate rimanenti del dispositivo preso in abbonamento. Secondo Agcom, nell’ultimo trimestre dell’anno le linee trasferite sono state più di 74 milioni.
Se questa nuova legge dovesse essere approvata completamente, cambiare operatore diventerà una pratica molto più lunga e costosa. Non mancheremo di aggiornarvi nel caso di ulteriori novità.