Sembrerebbe che l’Antitrust stia davvero prendendo sul serio ogni singolo errore commesso dalle compagnie telefoniche italiane, è di oggi la notizia di una nuova maxi multa, vediamo i dettagli!
Questa volta il tutto è dovuto al famoso servizio di reperibilità, quel servizio che come ricordiamo, da gratuito si è trasformato a pagamento e che consentiva a noi utenti di poter ricevere informazioni riguardanti le telefonate ricevute quando il nostro cellulare era spendo o non raggiungibile.
Come ricordate tuttavia, gli operatori hanno dato un largo preavviso su queste opzioni, parliamo infatti di svariati mesi e ovviamente, hanno dato la possibilità a noi utenti di disattivare tutte le offerte prima che esse diventassero a pagamento, dunque quale sarebbe il problema? Beh, è semplice, secondo le accuse dell’antitrust, gli operatori Vodafone e Telecom, avrebbero continuato a rivendere sim con questo servizio implicitamente abilitato anche dopo la data del 14 giugno 2014, cosa che come sappiamo, rappresenta una grave scorrettezza per noi consumatori che ci siamo visti addebitare offerte in molti casi non desiderate, in particolare, Vodafone avrebbe ricevuto una multa da circa 150 mila euro (oltre ad altri 500 mila) dovuto proprio a questa accettazione implicita, che contrasta apertamente con il “consumer rights” europeo.
Ma vodafone e Telecom, non sono ovviamente le sole ad essere entrate nel mirino dell’antitrust, infatti Wind ha ricevuto una multa di ben 250 mila euro a causa di alcune pratiche scorrette, dovute all’attivazione di un servizio chiamato “service card” a carico dei clienti, il quale era abbastanza limitativo delle libertà degli stessi e ovviamente secondo l’antitrust, davvero scorretto.
Altra multa da 95 mila euro, e una da oltre 100 mila, riguardanti rispettivamente una pratica riguardante i vecchi abbonati “costretti” a pagare un costo supplementare per la loro acquisizione senza previo consenso, le due multe riguarderebbero l’omissione di informativa e la violazione dell’articolo 65 del codice di consumo dei nuovi abbonati.
Inoltre, tutti li operatori sopra citati, sarebbero accomunati da un’accusa riguardante una loro mancanza nel fornire una informativa riguardante la possibilità di rinuncia ai classici elenchi telefonici e ovviamente, alla possibilità di non vedersi accreditati più ulteriori costi in bolletta.
Insomma, gli operatori italiani si sono beccati una bella stangata, la domanda però resta, basterà per porre fine alle pratiche scorrette?