Microsoft ha presentato al mondo i progetti su cui sta lavorando. La maggiore attenzione è stata catturata da Windows Holographic, progetto ideato da Redmond per fornire agli utenti interfacce olografiche.
La tecnologia, una combinazione dell’headset HoloLens con API che saranno messe a disposizione degli sviluppatori hardware software, è di quelle capaci di trasformare completamente l’uso del sistema operativo.
Nato da un progetto dello Studio C di Redmond, guidato da Alex Kipman, e basato su Windows 10, la nuova piattaforma di Microsoft si attesta oltre alla realtà virtuale e quella aumentata, integrandole e consentendo agli utenti di interagire con ologrammi 3D innestati nel contesto reale.
HoloLens, il dispositivo attraverso cui l’utente può vedere gli ologrammi, permette di costruire immagini tridimensionali davanti ai nostri occhi, immerse nella realtà che ci circonda, con la possibilità di un’interazione come fossero oggetti reali: possiamo manipolarli, disporli nell’ambiente attraverso comandi vocali e gesti. HoloLens mappa la stanza in cui ci troviamo e trasforma il nostro mondo circostante in uno spazio da poter gestire. Il progetto di Microsoft, in diretta competizione con i Google Glass e con gli Oculus di Facebook, ma che li supera grazie all’esperienza maggiormente immersiva, è già molto concreto. Alla base c’è tutta l’esperienza che deriva da Kinect, creato nello stesso laboratorio. L’idea è di portarlo sul mercato entro la primavera, o comunque nell’orizzonte temporale di Windows 10.
Alcuni osservatori, come gli sviluppatori di Grand Theft Auto 5, hanno definito l’esperienza “straordinaria”. La presentazione di Microsoft sul palco della sua conferenza rappresenta solo un assaggio di ciò che si può fare con il nuovo dispositivo. Le potenziali applicazioni sono innumerevoli e vanno dallo spazio alle console da soggiorno. Al progetto hanno infatti collaborato gli scienziati del Jet Propulsion Laboratory della NASA, con lo scopo di creare un’esplorazione di Marte basata sugli ologrammi del Pianeta Rosso tratti dalle immagini fornite dai rover spaziali.