Un team di ricercatori ha pubblicato recentemente un report che mostra la capacità teorica degli smartphone di poter analizzare i dati circostanti per prevedere scosse di terremoto.
L’idea effettivamente è buona, ai nostri device non manca nulla che sia presente in un sismografo: c’è il GPS, l’accelerometro e la connessione dati.
Tuttavia, la grande quantità di informazioni di ogni tipo che arriva sui terminali rende difficile “pulire” i dati per acquisire quelli utili al fine di rilevare i movimenti sismici senza rischiare di andare incontro a falsi allarmi.
Il funzionamento, in teoria, del sistema è semplice:
Gli scienziati spiegano che, i cellulari che si trovavano nell’area di Tohoku (Giappone) nel 2011 hanno rilevato i movimenti anomali sino ad un minuto prima del terremoto che ha poi generato lo tremendo tsunami autore di moltissimi danni.
Ad oggi sono iniziate delle sperimentazioni in Cile con utenti che volontariamente mettono a disposizione i dati dei propri terminali per ricavare informazioni. Lo scopo è rendersi conto se effettivamente sia possibile in tempi brevi “ripulire” le informazioni rilevate dai device per ottenere quelle relative ai movimenti sismici.
Se ciò non fosse utopia, il progetto è quello di creare una rete internazionale in cui comunicare in tempo reale (ed al mondo intero) se c’è un rischio imminente di terremoto in qualche zona.
Speriamo proprio che l’idea funzioni e che presto si possa creare un sistema di controllo sismico basato su una tecnologia talmente diffusa che non comporta ingenti investimenti in apparecchiature.
Soprattutto credo che se gli utenti stessi avranno in mano il controllo della situazione non credo si potrà più andare incontro a situazioni di silenzio davanti ad imminenti emergenze solo perché la tentazione di speculare sui disastri è troppo forte. Il mio è solo un pensiero complottista, o forse no? Diteci la vostra!