Internet al collasso entro otto anni, l’affermazione è netta e senza scampo ed è stata fatta nel corso di un meeting tenutosi a Londra durante il quale gli scienziati non danno scampo alla rete ritenuta ormai inadeguata alla crescente richiesta di dati.
Il meeting tenutosi alla Royal Society di Londra tra ingegneri, fisici e società di telecomunicazioni mette bene in chiaro la situazione della rete internet a livello mondiale, è al collasso. Smartphone, tablet, pc, SmartTV, console ci danno accesso continuo alla rete, ma quello che più richiede banda sono lo streaming dei video e il numero spropositato di utenti che accedono a Facebook ogni giorno.
L’accesso a facebook e alle sue app come Messenger, Whatsapp e Instagram comporta una richiesta non indifferente di dati se sommati ai miliardi di persone che utilizzano queste applicazioni, e i servizi che offrono, ogni giorno. Ma a preoccupare maggiormente sono i video che hanno spesso dimensioni di rilievo con le attuali risoluzioni che superano facilmente il FullHD e i servizi di streaming per la visione di contenuti la cui fruizione richiede una velocità di navigazione elevata.
Dal 2005 ad oggi, in soli dieci anni, la velocità di navigazione in rete è aumentata di 50 volte passando dai 2 megabit al secondo ai 100 megabit, con un impegno in fatto di infrastrutture non indifferente. Naturalmente in Italia la situazione è anche peggiore visto che le infrastrutture delle telecomunicazioni fatica a fornire i 100Mbps e dove la media è decisamente inferiore con connessione dati nominali di 20Mps che a stento arrivano ai 10Mbps effettivi. In Italia molti clienti di Wind e Fastweb in particolare hanno già sperimentato cosa vuol dire collasso della rete.
Gli esperti come Andrew Elliss, docente della Aston University di Birmingham, avvertono che la scienza è al limite: “Nel laboratorio stiamo iniziando a raggiungere il momento in cui non si potranno inserire ulteriori dati in una singola fibra ottica. L’intensità è la stessa di quella che si avrebbe stando direttamente davanti al sole.” Il professore spiega che nella realtà siamo solo otto anni indietro rispetto al laboratorio, un tempo breve per correre ai ripari soprattutto vista la lentezza nell’adeguarsi delle nostre aziende di telecomunicazioni, per cui aspettiamoci di tornare a comunicare con il tamtam e segnali di fumo.