La loro particolarità è sempre stata quella di offrire un buon quantitativo di tecnologia a prezzi nettamente inferiori rispetto ai colossi concorrenti, che siano americani o asiatici senza alcuna distinzione. Ciò ha permesso agli smartphone concepiti e prodotti in Cina di espandere il proprio mercato in tutto il mondo portando a conoscenza alcuni brand che, fino a qualche anno fa, erano assolutamente sconosciuti se non inesistenti.
La crescita del mercato degli smartphone cinesi ha però segnato, nell’ultimo periodo, una battuta d’arresto dopo sei anni di costante incremento; questo è quello che è emerso da un report stilato da una società che effettua ricerca di mercato, la IDC.
La quantità di smartphone messi in consegna sono diminuiti del 4% (si attestano a 98,8 milioni di unità) rispetto al periodo gennaio-marzo dello scorso anno; fra l’ultimo trimestre dello scorso anno ed il primo trimestre dell’attuale il calo è ancora più evidente ed è quantificabile in un -8%.
Alla IDC affermano che, spesso, si sbaglia nel considerare il mercato cinese come un “mercato emergente”; la Cina ha superato gli Stati Uniti nel 2011, quattro anni fa, diventando di fatto il più grande mercato di smartphone al mondo, altro che mercato emergente.
Il mercato degli smartphone è ormai chiaramente saturo, soprattutto in Cina, e l’unica strada per nuovi corposi guadagni è portare l’utenza a sostituire con più frequenza i loro smartphone. Ormai lo scontro è tutto qui.
Le vendite di smartphone, paragonate a quelle dell’anno scorso, saranno più o meno le stesse ma la frenata è chiara ed anche molto accentuata, a tal punto che in Cina il mercato di Xiaomi si attesta sul 13,7% mentre la concorrente statunitense Apple fa addirittura meglio, 14,1 %, anche se non di molto. Le aziende cinesi ormai puntano maggiormente ad espandersi nei veri mercati in via di sviluppo, quelli del sud-est asiatico per intenderci, ma anche all’estero considerato in maniera più globale.