IBM è a lavoro su quella che potrebbe la rivoluzione più grande e anche più attesa che interessa internet e il web tutto con una connessione che arriva a 100Gbps grazie ai fotoni su fibra ottica.
IBM è l’azienda che detiene il maggior numero di tecnologie brevettate in un anno e la tecnologia su cui stanno lavorando da qualche tempo nei suoi laboratori potrebbe rivoluzionare il modo di concepire internet, la sua velocità e i costi a cui siamo abituati alleggerendo la congestione e il possibile collasso a cui stiamo andando incontro.
Gli ingegneri di IBM stanno lavorando sul silicio fotonico, un nuovo sistema che sfrutta la luce (i fotoni) per trasmettere dati di grandi dimensioni a grandissima velocità, questo è possibile mettendo insieme componenti ottici e circuiti elettrici su un unico chip di silicio. Per adottare questa tecnologia occorre la fibra ottica e non le classiche condutture in rame presenti nel nostro Paese e visto a quale velocità aumenta la fibra ottica in Italia bisognerà aspettare anni dal suo arrivo sul mercato prima di poterne usufruire.
Per capire quanto possa aumentare la velocità con la nuova tecnologia fotonica i ricercatori di IBM hanno dimostrato che un chip di computer è in grado di trasmettere e ricevere contemporaneamente quattro diversi colori di luce infrarossa su una singola linea di fibra ottica – una tecnologia chiamata multiplexing. Ogni collegamento può trasmettere 25 Gb (gigabit) di dati al secondo, per un totale di 100 Gbps. Questo è sufficiente per trasferire film in piena risoluzione su un disco Blu-ray alla velocità di 25 GB (gigabyte) ogni 2 secondi.
L’adozione di questa tecnologia consente di alleggerire la rete, di risparmiare e di offrire nuove funzioni agli utenti. In pratica solo vantaggi in primis per le grandi aziende come Google, Facebook o Microsoft che possono muovere i giganteschi dati in modo veloce ed economico con conseguente vantaggio anche per gli utenti che utilizzano tali servizi.
L’utilizzo del silicio fotonico non si ferma alla sola rete internet, ma potrebbe, e lo si sta già sperimentando, arrivare anche nei nostri PC portando la velocità di clock del processore a 4GHz. Velocità raggiunta attualmente in laboratorio e che è quasi certamente destinata a crescere ancora con il perfezionamento della tecnica e della produzione di questo tipo di chip. IBM, detta Big Blu, è, come sempre, orientata al futuro.