Lo smartwatch è la novità high-tech che negli ultimi anni ha modificato il nostro concetto di orologio da polso. Ma siamo proprio sicuri che sia un’idea completamente nuova? Scavando nella storia dei device mobili scopriamo che Samsung ci aveva già pensato nel lontano 1999.
L’azienda sudcoreana ha lanciato ben 16 anni fa l’ SPH-WP10Scavando nella storia dei device mobili scopriamo che Samsung ci aveva già pensato nel lontano 1999., il primo terminale da polso a combinare un cellulare con le funzioni di un orologio.
L’SPH-WP10 si presentava come un orologio digitale con affianco un modulo telefonico. Tramite un tasto fisico era possibile navigare nel menu, scrivere dei messaggi e cercare i contatti nella rubrica (richiamabili anche col controllo vocale). La durata della batteria, in conversazione era di appena 90 minuti. Il dispositivo pesava 50 grammi ed era spesso ben due centimetri.
Ad oggi, l’SPH-WP10 fa ancora parte della ristretta cerchia degli “smartwatch” stand-alone, in quanto non aveva bisogno di essere collegato a nessun dispositivo per poter funzionare.
Come mai nessuno, o quasi, ricorda il primo orologio-telefono di Samsung?
Semplice, purtroppo per l’azienda sudcoreana, si è trattato di un flop. Il target dell’SPH-WP210 era il pubblico giovanile, che sarebbe dovuto essere attratto dalla novità. In realtà, la totale scomodità del dispositivo sia per quanto riguarda la portabilità (non dimentichiamo che aveva l’antenna esterna!) sia per la difficoltà nell’inserimento di dati. Il terminale quindi, dopo aver venduto pochissimi pezzi, è rimasto nell’oblio.
Oggi fortunatamente le cose sono cambiate ed i moderni smartwatch sono molto più diffusi fra il pubblico, la ragione sembra logica ma, in realtà, il Samsung SPH-WP10 all’epoca dei fatti doveva sicuramente essere una novità interessante. Peccato fosse poco pratico.