Twitter è stata stravolta da un attacco troll di cattivissimo gusto. Un falso account, creato con le informazioni personali della attivista femminista australiana Caitlin Roper, ha diffuso messaggi sul social network dal contenuto discriminatorio e crudele.
Protagonisti dei commenti offensivi sono i transgender, che si sono visti attaccati, insultati ed addirittura spinti al suicidio. Per semplificare la diffusione dei messaggi, l’account troll ha sponsorizzato i suoi contenuti con il programma di advertising di Twitter. In questo modo, migliaia di utenti hanno visualizzato sulla loro timeline parole di odio ed istigazione alla morte rimanendo sbigottiti nel leggere che i messaggi fossero addirittura “sponsorizzati”.
Dopo le molteplici segnalazioni l’account è stato cancellato, non senza conseguenze. Infatti, anche se si è trattato di un account falso, per la femminista Caitlin Roper non era la prima volta che una segnalazione venisse fatta a suo carico. Già in passato la donna era stata segnalata (e non per colpa di un troll) da vari gruppi di attivisti per i diritti degli uomini (intesi come genere di sesso maschile). In questo caso, sebbene non fosse colpa sua, il suo nome è stato comunque macchiato ancora e la donna ha dovuto scusarsi sperando che la verità sia arrivata a tutti.
A prescindere da quale identità sia stata hackerata, tuttavia, rimangono molti interrogativi sui sistemi di sicurezza di Twitter. Proprio all’inizio di quest’anno, il social aveva dichiarato un giro di vite alle regole di comportamento sulla piattaforma, includendo un sistema di bannaggio automatico per i messaggi dal contenuto discriminatorio e violento.
Resta un mistero come possano aver passato i controlli, ed addirittura essere sponsorizzati, dei messaggi dal contenuto chiaramente offensivo. La domanda è stata posta anche a Twitter ed un portavoce ha spiegato al giornale “The Guardian” quanto segue:
Una spiegazione poco consolatoria, i controlli dovrebbero essere ex ante.