Un chip e il braccio robotico di Erik Soto, un ragazzo di 32 anni californiano, inizia a muoversi. Con il pensiero. Un nuovo confine è stato finalmente raggiunto dalla moderna tecnologia bionica. Lo dimostra lo studio ed il video diffuso dal California Institute of Technology, che ha condotto gli esperimenti sul ragazzo americano. Immobilizzato dal collo in giù per una lesione alla spina dorsale, Erik è riuscito ad inviare impulsi cerebrali grazie a due micro chip di silicio, trasferendo poi i segnali ad un computer esterno che, a sua volta, è riuscito a muovere il suo arto bionico.
Un progresso che, oltre ad allargare gli orizzonti verso nuove ed interessanti prospettive, consentirà a Erik e a chi patisce lo stesso problema di compiere piccoli gesti. Il tutto mediante due chip impiantati nella corteccia parietale posteriore. È in questa regione cerebrale, infatti, che i gesti vengono pianificati prima ancora di essere compiuti.
Un traguardo che, per alcuni studiosi, rappresenta un primo passo verso quello che è il vero obiettivo, ossia quello di creare un uomo bionico. In tal modo, in futuro, potremo essere in grado di controllare macchine esterne a noi, come i computer, sfruttando il solo cervello e le nostre capacità di logica. Tuttavia, i margini della conoscenza devono ancora essere ampliati.
Tra i principali obiettivi, infatti, è quello di creare un collegamento tra i chip ed il computer esterno senza fili esterni, poiché questi aumentano il rischio di infezioni. Dopodiché, tanti altri Erik Soto potranno tornare a muoversi senza alcun aiuto esterno, semplicemente utilizzando i propri impulsi cerebrali decondificati dai chip.
La scienza a servizio dell’uomo, dunque.