Entro il 2029. Questo l’anno segnato sul calendario dagli scienziati che ipotizzano di creare la prima colonia sul pianeta Marte. Una data che sembra avere oggi i requisiti dell’ufficialità. E il progetto, come si può immaginare, non perde quelle sfumature tipiche dell’ambizione umana.
E’ per questo motivo che il progetto di avviare una colonia umana marziana nasce come una joint-venture internazionale, che vede protagonisti diversi paesi, fra i quali Russia, Emirati Arabi Uniti, Polonia, Stati Uniti e Ucraina. Il nome della missione? MarsPolar.
L’obiettivo, dunque, è sempre quello di poter inviare entro il 2029 l’uomo su Marte. Ma per farlo, occorrono delle persone disposte a lasciare tutto ed affrontare un viaggio che ha come meta l’ignoto. I selezionati per questo viaggio di sola andata, infatti, saranno inviati sul suolo marziano in gruppi di 4 o 6 persone ogni due anni, ovvero nel momento in cui Marte e la Terra si trovano allineati e il tragitto dura solo 6 o 7 mesi.
La prima fase di MarsPolar inizierà nel 2027. Per quella data, il Mars Transportation Vehicle trasporterà su Marte un carico di 35 tonnellate di beni di prima necessità, come cibo e acqua, insieme ad altri elementi essenziali per la sopravvivenza umana, come l’ossigeno e il carburante e vario altro materiale per la costruzione dell’habitat dei futuri coloni. “Si prevede che ogni due anni la colonia crescerà, fino all’arrivo di ogni successivo equipaggio di coloni (grazie anche ai membri dell’equipaggio che creeranno nuove famiglie“, afferma il gruppo Mars Polar. Naturalmente, rimane ancora in sospeso l’incognita intorno alla possibilità o meno di affrontare un parto sicuro su Marte. Le radiazioni, infatti, possono colpire i coloni sia durante il viaggio che sulla superficie del Pianeta Rosso. Inoltre, non si sa quali siano gli effetti che la forza di gravità (su Marte è circa un terzo di quella della Terra) avrebbe su neonati e i bambini in crescita. Tuttavia, a differenza della missione MarsOne, vi sarebbe un quadro di riferimento per i nuovi marziani al fine di renderne il viaggio di ritorno verso la Terra più agevole e non traumatico.
Se la colonizzazione del pianeta rosso, almeno da un punto di vista logistico sembra cosa quasi fatta, è possibile che per scegliere i predestinati possa essere aperto una sorta di Grande Fratello per la selezione. Per 10 anni, infatti, i coloni saranno costretti a rimanere “bloccati” su Marte. E’ forse questo l’aspetto meno trascurabile di tutti. Ed alcune ricerche si stanno concentrando sulle possibili ripercussioni sulla loro salute, sia fisica che (soprattutto) mentale. “Per i primi dieci anni di missione, l’opzione di ritorno non sarà previsto nel piano; ma in questi dieci anni un veicolo terrestre di ritorno (ERV) sarà testato e messo alla prova carburante, possibilmente generato sulla superficie del Pianeta Rosso“, spiega ancora Mars Polar. Le selezioni, dunque, non sono ancora aperte, né i criteri per partire sono stati resi pubblici.
E voi, vorreste essere tra i primi coloni di Marte?