L’atterraggio però, fu purtroppo problematico, e di lì a qualche giorno il robot, scaraventato in un crepaccio a centinaia di metri dal punto stabilito, smise di lanciare segnali, cadendo in uno stato di stand-by dal quale si temeva, non si sarebbe più risvegliato. A complicare ulteriormente la situazione era proprio la posizione nella quale Philae si era fermato, dalla quale il piccolo robot poteva beneficiare di solo qualche decina di minuti di luce nell’arco di dodici ore, un tempo troppo limitato per consentire ai suoi pannelli solari di ricaricarne le batterie.
Le poche speranze di un suo risveglio erano infatti legate all’approssimarsi della cometa 67P al Sole, ed al conseguente aumento della temperatura e dell’esposizione dei pannelli solari alla luce.
Il nuovo contatto con la Terra è stato registrato alle 22:28 di sabato, ed è durato 85 secondi, nel corso dei quali il piccolo robot, il primo ad essere mai atterrato sulla superficie di una cometa
, ha inviato 300 pacchetti di dati, sfruttando la sonda Rosetta (in orbita attorno alla cometa) come ripetitore.La missione spaziale Rosetta è stata progettata a partire dal lontano 1985, con l’ambizioso obbiettivo di raccogliere dati sulle comete, utili tra l’altro per studiare l’origine del Sistema Solare. La sonda madre Rosetta ed il piccolo lander Philae sono stati lanciati in orbita nel 2005 dall’Agenzia Spaziale Europea, e da allora hanno percorso oltre sei miliardi di chilometri, inviato numerose fotografie e raccolto un’enorme mole di dati di elevato interesse scientifico.
Principale oggetto di studio della missione spaziale è proprio la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, lunga oltre 4Km per una massa stimata in 10 miliardi di tonnellate.
Il contributo dell’Italia, nella realizzazione della missione spaziale Rosetta è stato fondamentale, sia dal punto di vista scientifico che tecnologico: italiani sono ad esempio proprio i pannelli solari che hanno consentito al lander Philae di risvegliarsi dalla sua ibernazione.
Il risveglio di Philae è ovviamente stato accolto con entusiasmo dagli ingegneri dell’ESA e Roberto Battiston, a capo dell’Agenzia Spaziale Italiana non manca di sottolineare che la notizia “ci riempie d’orgoglio per l’affidabilità delle tecnologie utilizzate per la realizzazione di Philae, molte di marca italiana”.
La missione spaziale Rosetta potrà dunque continuare a seguire la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, nel suo lungo viaggio verso il Sole, raccogliendo informazioni su questi affascinanti corpi celesti.