Si svolgerà in occasione del solstizio d’estate il Dog Meat Festival, precisamente nella metropoli cinese di Yulin. Si svolge ogni anno. Ma porta con sé, oltre ad una tradizione radicata nel tempo, anche un’immane crudeltà. Secondo la World Animal Protection, infatti, saranno circa 25 milioni gli esemplari dati (letteralmente) in pasto a chi quanti vorranno festeggiare il passaggio verso la stagione estiva.
Diverse le organizzazioni mondiali che si sono mosse per cercare di fermare questa barbarie. Tra queste, la Humane Society International che ha lanciato una petizione, definendo tale festival come la “sagra della crudeltà“. Questione di tradizioni, si sa. Dopotutto, nei piatti di molti paesi del mondo, sono diversi gli animali che finiscono tra le nostre fauci, dall’agnello alla tartaruga, dal cavallo alle anatre, e via dicendo. Il cerchio della vita, per alcuni. Ma, dopotutto, quello che oggi non si concepisce è il mero sacrificio animale e, in particolare, dei migliori amici dell’uomo.
Non solo cani, infatti. Anche i gatti, purtroppo, sono la facile preda di quanti vogliono onorare il solstizio d’estate con questa pratica crudele. Proprio quei mici domestici che amiamo vedere nelle pose più assurde nelle immagini che invadono il web e nei divertenti video che li vedono protagonisti.
Ma soffermiamoci proprio su quest’ultimo aspetto. Secondo i ricercatori della Indiana University Media School, ai quali si deve l’aver condotto quasi 7 mila interviste, “alcune persone possono pensare che guardare i video di gatti online non è un argomento abbastanza importante per la ricerca accademica, ma il fatto è che si tratta di uno degli usi più popolari di Internet“. Ed è stato proprio questo l’oggetto della loro ricerca: capirne gli effetti sul loro stato d’animo. “Se vogliamo comprendere meglio gli effetti di Internet che può avere su di noi come individui e sulla società, allora i ricercatori non possono ignorare ancor più i gatti su Internet“, ha spiegato la professoressa Jessica Gall Myrick.
I dati parlano chiaro: sono circa 2 milioni i video postati su YouTube nel 2014 e che vedono come protagonisti proprio i nostri amici felini. Il 36 per cento degli intervistati, dunque, si è definito una “persona gatto”, mentre il 60 per cento ha confermato un amore smodato per i cani e i gatti. Inoltre, i partecipanti allo studio hanno riferito di avvertire più energia e positività proprio dopo aver visto video online riguardanti i gatti. Mentre si “dimenticano” le emozioni negative come ansia, noia e tristezza. Tanto che i risultati suggeriscono come i video sui gatti possano essere utilizzati come forma di terapia.
Quanto è necessario, dunque, un tradizionale festival di Yulin?