La notizia è apparsa qualche giorno fa: Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook, assieme a sua moglie Priscilla Chan, ha donato ben 5 milioni di dollari ad un fondo che aiuta i giovani immigrati irregolari a conseguire un titolo di studio.
In particolare i fondi sono stati donati a TheDream.us, un’associazione no-profit che si occupa proprio di consentire l’accesso all’università ai figli di immigrati clandestini, i quali, in assenza dei documenti necessari hanno spesso difficoltà a proseguire gli studi e non possono usufruire degli aiuti statali.
Mark Zuckerberg dona 5 milioni di dollari per consentire agli immigrati di poter studiare:
Mark Zuckerberg non è nuovo a donazioni del genere, e gli Stati Uniti sono pieni di imprenditori miliardari che hanno deciso di dedicarsi a cause filantropiche, primo fra tutti Bill Gates; ma oltre all’aspetto “solidale” della vicenda, una considerazione viene da sé: la donazione di Mark Zuckerberg, che consentirà di formare 400 ragazzi, rappresenta anche un investimento sul territorio da parte del giovane miliardario, in un paese consapevole di dovere in larga misura proprio agli “stranieri” il livello di benessere raggiunto nel corso degli ultimi due secoli.
Lo sottolinea d’altronde lo stesso Mark Zuckerberg attraverso un post su Facebook che spiega la sua scelta: “L’America è una nazione fondata sugli immigrati,
[…]
e aiutando questi giovani a fare carriera, consentiremo al nostro paese di fare importanti progressi”; migranti visti quindi da
Mark Zuckerberg innanzitutto come dei giovani potenzialmente in grado di dare il loro
contributo alla crescita della nazione.
E qui in Europa?
Effettivamente, la notizia ci ricorda anche – se ce ne fosse bisogno – l’immensa distanza che separa, dal punto di vista culturale, gli Stati Uniti d’America dalle coste del nostro Mediterraneo, sulle quali l’arrivo di migranti è sempre associato a parole chiave come “problema”, “emergenza” e “respingimenti”, e mai “opportunità”, filosofia confermata oltre che dalle ripetute sparate di alcuni dei nostri politici/clown, specchio dell’ignoranza diffusa tra i loro elettori, anche dalla recente e vergognosa scelta da parte della Francia di chiudere la frontiera italiana di Vetimiglia, mettendo momentaneamente da parte valori evidentemente ormai obsoleti, come Liberté, Égalité e Fraternité.
Insomma, la donazione di Mark Zuckerberg fa sì che gli Stati Uniti si confermino ancora una volta un paese che, pur con le sue forti contraddizioni, ha ancora molto da insegnare a noi abitanti del Vecchio Continente quando si parla di accoglienza degli immigrati.