Samsung è stata da sempre criticata di caricare di troppi bloatware i suoi dispositivi ciò influenza negativamente le prestazioni del sistema.
Si parla di bloatware (traducibile in italiano come programma gonfiato) o software bloat, se si vuole indicare: applicazioni di dubbia utilità per le quali non è richiesta l’installazione da parte dell’utente.
La società ha cambiato marcia in questi ultimi tempi, consentendo agli utenti di Galaxy S6 e S6 Edge dei dispositivi top di gamma della casa coreana di disabilitare le applicazioni pre-installate ma non di rimuoverle. I dispositivi precedenti di Samsung erano pieni di bloatware e per questo, la casa coreana è stata bersaglio di una causa collettiva in Cina. Un comitato per la tutela dei diritti dei consumatori a Shanghai, Cina ha citato in giudizio Samsung per non aver permesso agli utenti di rimuovere applicazioni preinstallate. La commissione ha preso ad esempio tra i dispositivi incriminati il Galaxy Note 3, che viene fornito con 44 applicazioni pre-installate in Cina.
La società coreana ha detto che si sta muovendo per consentire agli utenti di telefoni Galaxy di rimuovere le applicazioni preinstallate e sta cercando di risolvere il problema fornendo patch di aggiornamento software per reimpostare il sistema e far scegliere all’utente quali app preservare e quali cestinare a partire da agosto.
Gli utenti che desiderano cancellare i bloatware possono scaricare le patch tramite i centri di assistenza post-vendita Samsung, la società ha anche detto sul suo sito web che permetterà anche ai possessori di dispositivi recenti come il Galaxy S6 di rimuovere i bloatware dai loro dispositivi. La commissione non ha intenzione di togliere Samsung dai guai e si dice che non ci sono piani imminenti per far rientrare la querela e se Samsung non manterrà questa promessa in futuri dispositivi “le bagarre legali proseguiranno e verranno estese.”
Io penso che sarebbe opportuno farlo se Samsung non vuole passare dei guai anche in europa, l’utente deve essere libero di scegliere in libertà come personalizzare il sistema e quali app avere sul proprio dispositivo, magari installandole tramite Play Store. Non mi va che Samsung si è decisa a fare ciò solo perché sotto coercizione, per sentenza del tribunale che purtroppo non ha molta influenza al di fuori dei confini della Cina. Il Centro Europeo Consumatori dovrebbe denunciare anch’essa la cosa alla Corte di Giustizia Europea e permettere anche a noi cittadini europei di godere di tali benefit.