NTT DoCoMo ha grandi piani per la diffusione della connessione 5G in Giappone, giusto in tempo per le Olimpiadi del 2020 che si terranno in estate a Tokyo, anche se gli standard per la quinta generazione delle connessioni mobili non sono stati ben definiti da tutte le parti in causa. In ogni caso, le aspettative degli utenti giapponesi ci fanno capire che loro sanno bene quello che vogliono.
Di quali aspettative si parla? Ovviamente di un aumento della velocità, di un abbassamento della latenza della connessione, oltre ad una copertura delle zone in maniera adeguata.
Per rispondere a queste esigenze, DoCoMo ha preparato per adesso una simulazione di quelli che sono le sue previsioni ed i suoi piani per distribuire la connessione 5G mostrando in un video una parte dello stadio Olimpico (attualmente in costruzione), una porzione della superficie di 140 metri per 70 metri in grado di ospitare 14.000 persone. Essa prevede una base d’utenza del 10% che fa utilizzo della tecnologia LTE-Advance e 16 piccole celle; il sistema è sostenuto da una quantità di antenne fornenti 600mbps, con uno spettro di 20MHz anche se l’utente ha un utilizzo che sta al di sotto dei 10mbps. Aumentando di quattro volte la densità delle celle con uno spettro che arriva ad 1GHZ, il sistema si trova a superare 2200mbps, sempre tramite LTE. DoCoMo prevede di utilizzare una varietà di “massive MIMO” a 128 elementi di polarizzazione all’interno del gruppo di antenne e trasmissione a fascio stretto per raggiungere l’utente.
Il culmine della simulazione arriva con la possibilità di fornire 5tbps ma, siccome è stato preso in considerazione una base di 14000 persone e lo stadio arriva globalmente a 65000, NTT DoCoMo può arrivare a superare i 25tbps. Tutta questa quantità di parametri significano la possibilità, a rete ultimata, di poter vedere in streaming video in risoluzione 4K, riprese multi angolo o collegarsi in diretta con altre sedi dove si stanno svolgendo le gare in tutta comodità e velocità per l’utente.
La connessione 5G sarà una svolta epocale che il Giappone potrà (forse) vantare fra 5 anni, e di certo non è tanto tempo per una tecnologia del genere. Noi italiani possiamo tranquillamente evitare di fare previsioni, viste le condizioni delle nostre reti.