Si chiama HERMES il primo robot… bipede! Unisce brillantemente la sicurezza e la produttività della robotica con le destrezza e l’equilibrio del corpo umano. Sviluppato al MIT di Boston, questo robot bipede è in grado di muoversi proprio come farebbe un umano. Traducendo istantaneamente i movimenti dell’operatore umano nel meccanismo del robot, questa tecnologia spera di attingere dai movimenti che l’uomo compie la stessa plasticità e flessibilità.
Come funziona Hermes
Alla base dei movimenti di questo robot c’è il “travestimento” di un operatore che indossa una guaina provvista di meccanismi motorizzati e fili. E, da remoto ne controlla i movimenti. L’uomo, quindi, non deve far altro che mimare l’azione che si intende portare a termine. Il robot segue l’esempio.
Ma è qui che la questione si fa interessante. Privo di qualsiasi intervento umano, il robot sarà poi in grado di svolgere gli stessi movimenti (per esempio, sfiorare un muro). Per intenderci: urtando un muro, HERMES sarà in grado di svolgere la stessa azione riflessiva di evitarlo. Questa azione conseguente, insomma, gli impedirà di cadere.
L’esempio del muro è perfetto per comprendere appieno il modo in cui è stata pensata l’interfaccia del robot, e come doveva essere costruito e per fare cosa. Essa permetterà all’operatore di riflettere da remoto lo spostamento del peso del robot e bilanciarlo spostandolo, appunto. Questo meccanismo di equilibrio permette ad HERMES di eseguire compiti coordinati e movimenti complessi, senza perdere l’equilibrio.
Il processo di costruzione di questa interfaccia ha comportato la mappatura del robot, localizzando dove il peso faceva più di pressione. Questa è stata abbinata poi ad un esoscheletro di fili e motori, collegati a loro volta alla vita dell’operatore, corrispondente al centro della massa umana. Qualsiasi cambiamento nel centro di pressione è stato trasmesso ai motori sull’esoscheletro, e ne hanno prodotta una forza uguale sull’essere umano. In questo modo, HERMES sposta autonomamente il proprio peso, eseguendo movimenti simili a quelli umani.
Gli sviluppatori del robot bipede ne ipotizzano alcuni scenari d’uso. Ad esempio, i luoghi delle catastrofi dove, per non mettere a rischio l’uomo, si potrebbe essere in grado di gestire in modo sicuro la situazione.