I benchmark non sono certo un strumento per determinare il feeling o la validità di uno smartphone. Sono però un ottimo sistema per dimostrare le potenzialità hardware del device. Lo scorso 13 agosto Samsung ha presentato i suoi due nuovi top di gamma, Galaxy Note 5 e Galaxy S6 Edge+, entrambi caratterizzati dal SoC proprietario Exynos 7420 octa-core, 4 GB di RAM e una batteria da 3000 mAh. GSMARENA ha effettuato i primi benchmark per capire come ha lavorato la casa coreana sui nuovi prodotti appena annunciati al pubblico.
Le prestazioni, seppure siano positive, non hanno certo fatto gridare al miracolo. I due terminali, infatti, hanno totalizzato punteggi più o meno in linea con gli altri top di gamma, ma comunque leggermente inferiori ai più “anziani” Galaxy S6 e Galaxy S6 Edge. L’unico risultato migliore è stato raggiunto nei test Basemark OS II, dove il diverso modulo RAM ha influenzato in positivo.
Le differenze in negativo dei nuovi terminali sono esigue, difficili da notare nell’utilizzo quotidiano. I due smartphone, rispetto a Galaxy S6
e S6 Edge, sono più orientati ad un pubblico che ama gli schermi dalle grandi dimensioni. Su entrambi, infatti, troviamo un pannello con diagonale da 5,7 pollici.Secondo i test effettuati da Phonearena, la batteria integrata da 3000 mAh riesce a garantire un’autonomia superiore rispetto a quella del Galaxy Note 4. La durata complessiva raggiunta da Note 5 è stata di 9 ore e 11 minuti, contro le 8 ore e 43 minuti del modello precedente. Il Galaxy S6 Edge+ è riuscito a fare addirittura meglio, raggiungendo le 9 ore e 29 minuti. Davvero un buon lavoro di ottimizzazione da parte di Samsung.
Da sottolineare anche la riduzione dei tempi di ricarica della batteria: il Note 5 impiega 81 minuti, mentre il Galaxy S6 Edge+ impiega 80 minuti.
Da sottolineare che il Galaxy Note 5 non sarà disponibile in Europa, almeno per ora. Chi vorrà acquistarlo dovrà passare attraverso canali d’importazione non ufficiali, oppure scegliere il Galaxy S6 Edge+, sprovvisto però dell’utile S Pen.