Un esoscheletro controllato da un “cervello”. Le strategie di ricerca del Darpa non accennano a darsi per vinte e, in collaborazione con altre istituzioni di settore e ricercatori universitari, sta lavorando su un’interfaccia che offra la possibilità di controllare un esoscheletro con la mente.
Il sistema messo in pratica dal Darpa utilizza un elettroencefalogramma mediante il quale è in grado di leggere i segnali inviati dal cervello dell’utente, ma ha anche bisogno di segnali visivi per lavorare. Per eseguire i test, in particolare, gli scienziati hanno installato un pannello con cinque luci LED sugli arti inferiori dell’esoscheletro. Questi LED sono disposti a forma di “croce” ed ognuno corrisponde ad un significato o un impulso diverso. Ad esempio, se la spia lampeggia a sinistra, questo è un comando che corrisponde a camminare proprio verso quella direzione. L’utente deve dunque vedere la luce lampeggiare in modo da interpretarne il messaggio, spostando l’esoscheletro effettivamente a sinistra.
Il video diffuso dall’Università della Corea, che ha partecipato allo studio, dimostra il processo in dettaglio.
Uno degli autori dello studio, Klaus Muller, sostiene che questo esoscheletro potrà in futuro aiutare le persone impossibilitate a muoversi o che, da sole, hanno difficoltà a farlo. “Le persone con sclerosi laterale amiotrofica (SLA) o le lesioni del midollo spinale sono date proprio dalle difficoltà di comunicazione con gli arti“, ha spiega il ricercatore. “La decodifica di cosa intendono esprimere i segnali del cervello potrebbe offrire nuove opportunità per comunicare e far tornare a camminare” le persone con gravi problemi di mobilità.