The Big Kahuna, dunque, viene ricordato oggi. Questo l’affettuoso nickname di questo leggendario nuotatore, surfista e attore statunitense. Nato nel 1890 nelle isole Hawaii, le onde del suo mare lo hanno da sempre portato lontano. Fin dalla più tenera età, infatti, dopo la scuola, Duke Kahanamoku amava sfidare le onde oceaniche hawaiane. Lui e la sua papa nui, ovvero l’essenziale tavola da surf.
Fu un atleta di grande livello, The Big Kahuna, tanto da aver partecipato a ben quattro Olimpiadi. Ricoprendo le discipline del nuoto e della pallanuoto, ha vinto la medaglia d’oro nei 100 metri e quella d’argento nella staffetta alle Olimpiadi di Stoccolma del 1912 con la squadra statunitense. Nel 1920 ad Anversa, fu la volta di un altro oro, seguito da un altro ancora a Parigi nel 1924. Partecipò, infine, alle Olimpiadi del 1932 di Los Angeles, ma questa volta come riserva della squadra di pallanuoto.
Fu la sua fama olimpionica a spingerlo oltre il confine hawaiano, esportando il surf (all’epoca non ancora uno sport di culto come oggi). La California, l’Australia e la Nuova Zelanda, i paesi in cui tale disciplina è una filosofia di vita più che uno sport, accolsero le sue esibizioni, cavalcando le grandi onde oceaniche con una tavola vecchio stile.
Duke Kahanamoku si spense a 77 anni per un infarto e le sue ceneri furono disperse nell’oceano nelle isole Hawaii.
Il padre del surf, certo, ma anche attore. Fu affianco di John Wayne in alcuni film. E un eroe che, nel 1925, sempre con la sua insostituibile tavola, salvò 12 persone dalle grinfie del pacifico a Newport. Un carattere deciso, forte. Il classico lupo di mare per il suo spirito energico e un amore infinito per il mare.
Il doodler Matt Cruickshank immortala così la leggenda di The Big Kahuna. Un doodle del suo iconico 16 piedi, ovvero della sua inseparabile tavola da surf di legno. Al centro, il suo sorriso e le coste hawaiane.