Quindici scheletri parziali sono stati scoperti dagli scienziati in Sud Africa, in una grotta. Questa scoperta apre importanti scenari in merito ad una nuova specie umana, la più importante di quelle rinvenute in Africa: Homo Naledi, dal nome della grotta dove è avvenuto il ritrovamento dei resti.
La tesi sostenuta dai ricercatori è che questa scoperta è talmente epocale da modificare le nostre conoscenze in tema di specie antenate. Gli studi, pubblicati sulla rivista Elife, hanno inserito questa nuova categoria nel genere Homo, ovviamente la stessa di noi umani. Lo scienziato che ha guidato il team di ricercatori, il professor Lee Berger, ha recentemente affermato che Homo Naledi è stata la prima specie (degli appartenenti al genere Homo) e sarebbe rimasta in vita fino a 3 milioni di anni fa. Il termine “anello mancante” non deve essere neanche sfiorato ma, di certo, sono il ponte fra i primati bipedi e noi.
Le ossa dei quindici scheletri parziali di Homo Naledi sono contenute in una stanza della Witwatersrand University; esse sono ben conservate e consentiranno agli scienziati di scoprire tantissime informazioni sulla loro vita e sulla loro evoluzione, le differenza fra maschi e femmine e quella fra esemplari adulti e bambini.
Il luogo del ritrovamento è situato ad una manciata di ore dall’università; la grotta, che fa da porta d’ingresso, conduce in un tunnel sotterraneo che ha richiesto l’impiego di sole scienziate donne, particolarmente piccole di statura e corporatura. Il viaggio attraverso questo cunicolo dura 20 minuti, prima di arrivare alla camera dove sono state ritrovate le ossa di Homo Naledi. Proprio questo particolare induce ad ipotizzare la loro attitudine verso i rituali, cosa associata solo agli essere umani negli ultimi 200.000 anni.
Una scoperta utile a ridefinire tutti i contorni della nostra evoluzione, dalla scimmia ai giorni nostri, passando (adesso) per la specie Homo Naledi; una sorta di essere umano primitivo rinvenuto scalfendo, soltanto di poco, la superficie terrestre. Chissà quante altre cose (o esseri) sono ancora da scoprire.
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