iPhone 6S e iPhone 6S Plus sono stati presentati nella giornata di ieri insieme ad altre novità, come il nuovo iPad Pro e l’iPad Mini 4. I protagonisti sono, però, i due nuovi smartphone, ma quanto realmente sono nuovi?
“Le innovazioni sono veramente importanti nella vita quotidiana delle persone”, ha detto Tim Cook al Bill Graham Civic Auditorium di San Francisco. Nulla di più vero, ma l’affermazione non si applica ai prodotti presentati dal CEO di Apple.
I produttori di smartphone e phablet Android hanno realizzato già molte delle funzioni che Apple definisce “futuristiche e innovative”, vediamo quali sono.
3D Touch di Apple è il Force Touch di Huawei.
Il Force Touch, che su iPhone 6s viene chiamato 3D Touch, è una funzione che consente al dispositivo di riconoscere non solo il tocco sul display, ma anche con quale pressione avviene. Questa nuova caratteristica può essere sfruttata in diversi modi, ad esempio per effettuare uno zoom su un’immagine oppure facendo aprire determinate applicazioni.
Questa tecnologia non è una novità per Android. La funzione in realtà risale ad Android Eclair (2.0) e può essere trovata in Android nelle API di livello 5. C’è anche un’app Android che è possibile scaricare dal Play Store per testare tale funzionalità (sembra non funzionare con tutti i device).
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Al momento l’unico dispositivo Android che adotta il Force Touch è il nuovo Hawei Mate S nella sola versione da 128GB che non arriverà in Italia.
Una scorciatoia per i selfie.
Con il nuovo iPhone 6S si può sfruttare il Force Touch per avviare la fotocamera frontale per scattare un selfi in modo rapido, più o meno. In realtà, premendo sul display appare un menù a tendina da cui poter attivare la fotocamera frontale e quindi scattare il selfie.
Con i Sony Xperia e i Samsung dal Galaxy S6 in poi si attiva la fotocamera in modo molto più rapido. Con i primi lo si fa grazie ad un tasto fisico che attiva la fotocamera anche con telefono in stand by, con i Samsung basta un doppio tap sul tasto centrale. Anche con il OnePlus 2 si può impostare il tasto centrale per fare la stessa cosa.
“Hey Siri” è “OK Google”
Apple ha finalmente annunciato il supporto per “Hey Siri”, senza la necessità di avere l’iPhone collegato alla presa di corrente. Con Android, si può gridare “OK Google” dall’altra parte della stanza con quasi tutti i principali smartphone dal lancio di Android 5.0 Lollipop.
Android e le fotocamere, Apple insegue
Proprio come con il cambiamento sulla dimensione dei display, Jobs ha sempre denigrato quelli troppo grandi, anche con la fotocamera e la quantità di pixel c’è stato un cambiamento con l’iPhone 6S. Ora la fotocamera è da 12MP e può realizzare anche video in 4k. Senza prendere in considerazione le fotocamere degli Xperia Z5 arrivati a 23MP, anche quella di un Galaxy S6 o di un LG G4 sono superiori in fatto di megapixel.
Certo i fan Apple si affanneranno a dire che con l’iPhone 6S le foto vengono meglio perché tutto quello che fa Apple viene meglio, a prescindere.
Analogo discorso si può fare per la fotocamera anteriore. Ormai anche i telefoni cinesi più economici montano fotocamere da 5MP o superiori e utilizzare il display per illuminare i selfie non è nemmeno questa una novità, già vista su Android con Huawei P8, ad esempio.
Processori più veloci e più piccoli.
Inserire il sensore di movimento nella CPU è notizia vecchia per Android, così come il processo a 14nm. Dunque anche il processore A9 tanto decantato e su cui è stato speso molto tempo per tesserne le lodi non è un’innovazione, non per Android almeno.
Certo, per chi è appassionato dell’ecosistema Apple i nuovi iPhone 6S e 6S Plus rappresentano un notevole passo avanti. Per chi, invece, conosce Android da tempo nei nuovi device di Cupertino non troverà nulla di nuovo.
A questo punto è possibile anticipare le caratteristiche dell’iPhone 7 che sarà presentato a settembre del 2017, basta guardare le caratteristiche tecniche degli smartphone Android di quest’anno o di quello passato. Dunque, quale innovazione ha portato Apple sui suoi dispositivi? Ma certo, di sicuro lo stylus sull’iPad, no aspetta, forse…