Una recente ricerca dell’Università di Oxford e Deloitte ha indagato quanto i lavori siano suscettibili all’automazione, ovvero quanto è probabile che in futuro siano svolti da robot. In base a queste analisi, è stato sviluppato un tool online attraverso il quale è possibile indicare il proprio lavoro e ottenere il relativo rischio di automatizzazione.
Per ora, la maggior parte dei robot che conosciamo svolge lavori ripetitivi e che non richiedono capacità cognitive. Tuttavia, l’evoluzione degli attuali algoritmi di rielaborazione dei dati (e soprattutto dei “big data”) stanno rapidamente cambiando le capacità dei robot che presto potranno svolgere i lavori più disparati, non per forza routinari, e persino quelli che richiedono capacità cognitive. Inoltre, avranno sensi potenziati, destrezza e potranno eseguire numerose e diverse attività manuali.
Secondo una recente ricerca dell’Università di Oxford e Deloitte, nei prossimi 20 anni il 35% delle occupazioni in Gran Bretagna e il 47% di quelle negli Stati Uniti potranno essere svolte da robot.
Michael Osborne e Carl Frey, professori all’Università di Oxford e autori dello studio, hanno ottenuto questo e altri risultati calcolando la suscettibilità all’automazione di 702 lavori basandosi su nove competenze chiave: la percettività sociale, la capacità di negoziazione, la capacità di persuasione, l’assistenza e la cura degli altri, l’originalità, l’estro artistico, la destrezza con le dita, le abilità manuali e la necessità di lavorare in uno spazio di lavoro ristretto.
Basandosi sui dati di questo studio, sul sito della BBC è stato messo a disposizione un tool online che, indicando il proprio lavoro, offre una stima di quanto sia probabile che questo possa essere – in futuro – svolto da un robot. Basta collegarsi a questo link, indicare il proprio lavoro (in inglese) e cliccare su “Find out my automation risk”, ovvero “trova il mio rischio di automatizzazione”.
In funzione a questo rischio è stata anche stilata una classifica: al primo posto, e quindi tra i lavori più a rischio di automazione, si trova l’addetto alle vendite telefoniche (o centralinista); in ultima posizione, invece, si trova il lavoro di direttore d’albergo.
I dati offerti da questo tool non sono una certezza assoluta ma possono essere considerati un indicatore di tendenza.