Un’immagine che fa pensare e riflettere, quella scattata da una fotografa professionista e che ritrae un orso bianco visibilmente malnutrito, stanco e prossimo alla fine. Una fotografia che è già diventato simbolo del riscaldamento globale e dei cambiamenti climatici che stanno mettendo a repentaglio la vita animale, e non solo, sulla Terra.
L’immagine, scattata da Kerstin Langenberger, è stata postata su Facebook già da qualche settimana. Tantissime le reazioni, tra commenti, condivisioni e partecipazione emotiva. L’orso bianco malnutrito è già diventato il simbolo di tutti quei cambiamenti climatici cui sta andando incontro il nostro pianeta, e che molto spesso tendiamo a dimenticare. Quell’orso che, a causa della riduzione delle superfici ghiacciate al Polo, non riesce più a cacciare le foche, l’ambita preda di questo tipo di animali.
Molti cuccioli di orso bianco non ce la fanno, le madri non riescono più a cacciare e si riducono come l’esemplare nella foto. Tuttavia non tutti sono d’accordo con l’immagine postata in rete dalla fotografa professionista. Gli scienziati invitano a non trarre conclusioni affrettate, perché la ricerca sulla salvaguardia di questo tipo di animali va avanti ed è tenuta sotto controllo. Inutile basare le condizioni di un’intera razza in base alla foto di un unico esemplare, che potrebbe semplicemente essere vecchio e quindi prossimo alla fine.
Secondo gli scienziati, lo stato delle popolazioni di orso polare è attualmente sotto controllo e che vengono costantemente prese nuove misure per salvaguardare quelle porzioni di pianeta e tutta la fauna che ci abita. Ma le conseguenze dei cambiamenti climatici ci sono, e sono sotto gli occhi di tutti: dal 2001 al 2010 in Canada e in Alaska si è avuto un calo del 40% di orsi. Numeri che fanno riflettere, e che fanno notare che la situazione non è poi forse così sotto controllo.
La natura ci lancia costantemente dei segnali. Ed anche se in linea generale una popolazione animale, come quella degli orsi polari, è tenuta sotto controllo, non bisogna far finta di non vedere le condizioni di anche un solo esemplare. Soprattutto in una regione come quella del Polo che è sensibilmente più sensibile al riscaldamento globale per via dello scioglimento dei ghiacci.
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