I nuovi modelli di stampanti 3D per creare in casa i tuoi oggetti preferiti. Ecco cosa conviene acquistare.
Le stampanti 3D sono una di quelle tecnologie in grado di rivoluzionare le nostre abitudini. Non si tratta di un’invenzione recente, visto che è già utilizzata da decenni in ambito industriale, ma solo negli ultimi anni ha fatto il suo ingresso anche tra le mura di casa, facendo sì che i modelli consumer diventassero un fenomeno dei nostri giorni.
Come funziona una stampante 3D
Come è facile intuire dal nome, le stampanti 3D permettono di creare oggetti tridimensionali attraverso un procedimento “additivo”. In parole semplici, l’oggetto viene creato attraverso la sovrapposizione di strati successivi di materiale fino alla realizzazione del prodotto finale. Ognuno di questi strati può essere visto come una sezione orizzontale dell’oggetto stesso. Il materiale più utilizzato nelle stampanti domestiche è un filamento di PLA, che viene “estruso” da un ugello riscaldato.
L’ugello può essere visto come la testina di una stampante Inkjet, solo che in questo caso, oltre a muoversi orizzontalmente, si muove anche verticalmente per aggiungere i vari strati. È quindi un processo completamente diverso da quello utilizzato ad esempio dagli scultori, che creano le loro opere togliendo del materiale a un blocco iniziale.
Nella stampa 3D, appunto, il materiale viene aggiunto, strato per strato. Con le stampanti 3D si può realizzare praticamente di tutto: l’unico limite è la fantasia. Per tradurre le idee in oggetti fisici occorre un software che, oltre a creare il modello 3D, provvede a sezionarlo nei vari strati che dovranno poi essere realizzati attraverso il processo additivo. E naturalmente poi ci vuole molta pazienza, perché per la realizzazione di una stampa 3D ci possono volere dai 20 minuti alle 20 ore.
Le tecnologie alla base
Ci sono varie tecnologie di stampa 3D che si differenziano sostanzialmente da come vengono creati i vari strati, anche le più diffuse sono essenzialmente 3. La prima è chiamata Selective Laser Sintering (SLS) perchè utilizza un laser ad alta potenza per fondere piccole particelle di plastica, metallo, vetro o polveri ceramiche per creare i vari strati fino alla realizzazione dell’oggetto finale.
La polvere inutilizzata può poi essere riutilizzata per altre stampe. È una tecnica molto precisa ma anche molto costosa e utilizzata solo in ambito industriale. La seconda è la FFF (Fused Filament Fabrication) o FDM (Fused Deposition Modeling), che utilizza un filamento di plastica o metallo che viene estruso attraverso un ugello. L’ugello è riscaldato in modo da fondere il filamento, che viene poi depositato per creare i vari strati. Questa è anche la tecnologia utilizzata per le stampanti domestiche.
Il filamento ha un diametro di 3 mm o 1,7 mm e la risoluzione massima è di 50 micron. La Stereolitografia (SLA), infine, utilizza una vasca piena di una resina liquida che si polimerizza se esposta alla luce.
Un laser ultravioletto colpisce la superficie del liquido tracciando il primo strato, che poggerà su una piastra forata che si trova subito sotto la superficie. Successivamente la piastra si abbassa per permettere la creazione del secondo strato e così via. Quella che segue non è una classifica ma la presentazione dei modelli attualmente più diffusi sul mercato delle stampanti 3d con tecnologia FFF (Fused Filament Fabrication).
FILAMENTI 3D AL POSTO DELLE CARTUCCE
I materiali usati dalle stampanti 3d con tecnologia FFF sono le più diffuse termoplastiche che si presentano sotto forma di filamento confezionato in bobine. La qualità del filamento 3d, che viene depositato dalle stampanti 3d strato su strato fino a creare oggetti reali, è forse addirittura più importante della qualità stessa della stampante 3d utilizzata.
In commercio ce ne sono di innumerevoli tipi con le caratteristiche più svariate ed interessanti. La ricerca ha permesso di produrre e commercializzare filamenti plastici con effetto legno, percentuali di metallo tali da rendere la plastica fredda al tatto, materiali gommosi e flessibili, trasparenti, fluorescenti, conduttivi, caricati con carbonio e molti altri ancora. Il diametro più diffuso è di 1,75 mm affiancato da quello di 3,00 mm. I maker (ovvero gli smanettoni delle stampanti) passano mesi prima di affezionarsi ad un determinato tipo o marca di filamento.
I fili cinesi esistono, ma seppur economici, non sono apprezzati dai puristi della stampa 3d. Un errore nella continuità del diametro del filamento può compromettere il risultato di una stampa di ore. Nel mondo dei maker quindi, a riguardo dei materiali di consumo, vale la regola che sia meglio privilegiare la qualità a fronte del risparmio. Ultimamente oltre ai grandi marchi internazionali dei produttori di filamenti 3d quali Form Futura e Color Fabb si sta affermando con ottimi risultati la realtà tutta italiana di FiloAlfa. I filamenti prodotti in provincia di Milano garantiscono una qualità di estrusione superiore rendendo facili anche stampe molto lunghe e complesse.