Volkswagen potrebbe presto essere raggiunta da altri produttori di automobili. Sono tanti i nomi attualmente sotto inchiesta e che potrebbero aver immesso sul mercato veicoli che consumano molto di più rispetto allo standard imposto dalle norme sulle emissioni di gas.
Nell’ultimo mese la tedesca Volkswagen è stata al centro di un enorme scandalo che ha portato al ritiro di oltre 500.000 automobili dal mercato statunitense. L’azienda avrebbe infatti truccato i test sulle emissioni di gas tramite un software che è in grado di manipolare e aggirare i controlli anti-smog. Gli Stati Uniti e l’Europa hanno però continuato ad investigare e diversi produttori del panorama mondiale delle automobili potrebbero presto unirsi alla casa tedesca.
L’organizzazione tedesca Adac ha eseguito ulteriori test su diversi modelli di automobili in condizioni più vicine alla realtà quotidiana. Nessuno di questi test ha rivelato software in grado di manipolare i controlli come nel caso di Volkswagen, ma è comunque risultato che diversi modelli di veicoli arrivano ad emettere gas nocivo fino a 10 volte oltre il limite consentito. Tra i produttori sotto il mirino dell’agenzia troviamo, tra gli altri, vari big dell’industria come BMW, Citroen
, Fiat, Ford, Hyundai, Mazda, Mercedes e Peugeot.In particolare automobili come la Volvo S60, Renault Espace Energy o la Nissan X-Trail emettono gas nocivo a livelli ben al di sopra del limite consentito dalle norme europee. Diversi produttori hanno subito risposto alle accuse di Adac affermando di aver testato modelli di auto non ancora definitivi e disponibili per il grande pubblico. Adac ha comunque effettuato le prove in un contesto molto più rigido e affidandosi agli standard sulle emissioni che verranno introdotti in Europa a partire dal 2017: solo un quarto dei 79 veicoli testati ha superato la prova emissione.
Nel frattempo Volkswagen ha già dichiarato che più di 11 milioni di veicoli nel mondo sono stati venduti con questo software aggira-controlli preinstallato, ed è proprio per questo motivo che indagini di questo tipo continueranno ancora per molto tempo. Al momento l’Adac e le diverse organizzazioni mondiali non hanno ancora puntato il dito contro un produttore in particolare, ma non mi dovremmo stupirci di vedere in futuro altri nomi associati a quello della casa tedesca.