WhichApp è un’app per Android e iPhone, lanciata circa un anno fa. Un’app tutta italiana che s’ispira alla famosa piattaforma di WhatsApp: permette di chattare, inviare messaggi di testo, foto e video, sfruttando nuove funzionalità nel campo della riservatezza e della sicurezza.
WhichApp è stata sviluppata dalla romana ACS Group e funziona su qualsiasi dispositivo; WhichApp è stata anche inserita da Grata Research (una società di analisi statunitense) nella mappa interattiva che segnala le chat più importanti del mondo.
Dopo l’app sviluppata da Tiscali, Indoona, con WhichApp l’Italia prova ancora una volta a salire sul podio insieme al colosso WhatsApp che ormai conta circa 600 milioni di utenti al mese.
WhichApp è disponibile sul Play Store e sull’Apple Store e comprende tutte le funzionalità di una instant messaging: a differenza di WhatsApp non mostra lo stato “online”, la data e l’ora dell’ultimo accesso e nemmeno le famose spunte blu che simboleggiano la lettura del messaggio. Il sistema delle spunte è presente ma con due modalità: la spunta gialla indica che il messaggio è stato inviato mentre quella verde che è stato recapitato allo smartphone del destinatario.
Sarà possibile sfruttare anche la modalità GHOST
che permette di cancellare automaticamente i messaggi inviati, dopo pochi secondi dalla lettura e la funzione SEARCH che consente di chattare con nuovi utenti che utilizzano l’app.Il vero asso nella manica di WhichApp è il traduttore intelligente: all’invio del messaggio il sistema traduce automaticamente il testo del messaggio nella lingua del destinatario e viceversa.
L’intero sistema è protetto da certificati Symantec Norton Secured, leader di mercato nella crittografia e la privacy è una delle priorità di WhichApp: quando infatti un utente si registra, riceve un Pin che può essere condiviso al posto del numero di telefono senza che quest’ultimo venga divulgato.
Per ora, le lingue supportate dall’app sono : l’italiano, il cinese,l’ inglese, il francese, il tedesco, il russo, l’arabo, lo spagnolo, il portoghese e il giapponese.
“Il progetto – spiega Lodadio – è stato realizzato sino ad oggi con l’apporto della società ACS e di alcuni amici stretti che ci hanno creduto. Non ci sono finanziatori istituzionali o incubatori. Il fund raising in Italia difficoltoso, per questo un progetto come il nostro, a malincuore, deve guardare all’estero più che al Bel Paese“.