Un gruppo di ricercatori ha realizzato dei mini cervelli, derivati da cellule nervose di roditori, che possono essere utilizzati come modello sperimentale economico e facilmente riproducibile per ricerche di stampo neuroscientifico.
Studiare l’effetto di farmaci e trattamenti specifici sul cervello è molto complesso e costoso, soprattutto quando non si lavora su un cervello vero e proprio.
Per questo, un gruppo di ricercatori della Brown University ha sviluppato dei mini cervelli da utilizzare in laboratorio come modello per la sperimentazione medica.
Questi cervelli in miniatura derivano da cellule cerebrali di roditori; basta una sola biopsia – un prelievo di una piccola porzione di tessuto – per crearne centinaia.
In pratica, una volta che il tessuto nervoso è stato estratto, viene ripulito e vengono isolate le cellule di un determinato tipo, utili allo scopo, che poi vengono “seminate” in agar, una sostanza polisaccaridica usata come terreno di coltura. In pochi giorni, quindi, le cellule si organizzano in serie di sfere del diametro di circa un terzo di millimetro e, nel giro di un paio di settimane, cominciano a sviluppare una rete neurale semplificata.
Si vanno quindi a costituire dei piccoli cervelli che, pur non possedendo capacità cognitive – per fortuna, NDR –, sono in grado di produrre segnali elettrici e di creare connessioni neurali interne; questo li rende un modello di base ideale per test di ricerca neuroscientifica.
Nello specifico, per esempio, queste palline di tessuto cerebrale semplificherebbero lo studio del potenziale effetto di farmaci e trattamenti sul cervello, cosa che, altrimenti, sarebbe più difficile, come anticipato.
Non si tratta dei primi mini cervelli a essere stati creati ma sono particolarmente facili da ottenere e, soprattutto, molto economici; basti pensare che per produrne uno bastano circa 22 centesimi di euro. Questo ultimo aspetto li rende una soluzione appetibile per molti laboratori, soprattutto quelli che non possono disporre di grossi stanziamenti di denaro.