Grazie ad uno studio americano è stato rivelato che l’utilizzo di WhatsApp fa calare la concentrazione e di conseguenza il rendimento scolastico. A pagare le conseguenze sono soprattutto le studentesse che usano l’app molto più dei ragazzi.
Mandare messaggi con WhatsApp è ormai routine ed un must tra gli studenti.
Gli studenti di oggi vivono in un mondo totalmente diverso da quello di anni fa: la loro classe si estende nel mondo digitale. Le dinamiche relazionali infatti non nascono più fuori il cancello della scuola o in aula ma bensì in reti di social network come WhatsApp e il famoso Facebook.
Gli studenti infatti ricevono il loro primo smartphone in età sempre più giovane e i genitori permetteranno lo rodi utilizzare WhatsApp come mezzo di comunicazione veloce.
Se usato con parsimonia WhatsApp può favorire il crescere di relazioni in quanto le dinamiche di gruppo che si vengono a creare in classe vengono vissute anche nei gruppi creati con l’app.
È del tutto normale che solamente dopo tre mesi di scuola la maggior parte degli studenti collezionano gruppi su WhatsApp come se fosse figurine da collezione.
La preoccupazione dei genitori nasce dal fatto che sempre più spesso si assistono ad attacchi di cyberbullismo ma d’altro canto temono anche che i loro figli stanno diventando dipendenti.
Ma secondo i ricercatori dell’American Psychological Association mandare messaggi fa calare la concentrazione e l’efficienza e, di conseguenza, anche il rendimento scolastico.
L’ American Psychological Association ha preso come campione degli studenti del Delaware Community College tra i 13 e i 16 anni ed ha analizzato il comportamento di 211 ragazze e 192 ragazzi.
La ricerca ha riportato che il drastico calo dei voti è la prima conseguenza.
A rimetterci di più sono proprio le ragazze, le cui valutazioni sono risultate più negative rispetto a quelle dei ragazzi poiché sono più coinvolte dai messaggi e controllano lo smartphone molto spesso. Di conseguenza il coinvolgimento nella vita scolastica cala proporzionalmente ai voti.
Kelly Lister-Landman, uno degli esperti che ha condotto l’analisi, ha spiegato che la differenza consiste nel fatto che i ragazzi usano i messaggi solo per scambiarsi informazioni pratiche, come appuntamenti per il cinema o orari delle partite di calcetto mentre le ragazze tendono a farsi ossessionare da frasi o faccine che si scambiano con le loro amiche.
Motivo in più di preoccupazione per i genitori!