Apple condannata ad una maxi multa per violazione dei brevetti. La mela più famosa di Cupertino, infatti, è stata condannata a pagare un totale di 234 milioni di dollari, pressappoco 206 milioni di euro, per risarcire i danni per la violazione dei brevetti.
I brevetti in questione riguardano i chip per la tecnologia mobile registrati dai ricercatori della University of Wisconsin. E la difficile decisione è stata presa dal giudice federale, confermando la sentenza di quello distrettuale di Madison, nello stesso stato americano.
La multa sui brevetti
Andiamo nel dettaglio. Nel mirino ci sono le tecnologie usate sui processori Apple A7, A8 e A8X, usati sui diversi modelli di iPhone e iPad. I giudici, dunque, hanno dovuto accogliere le richieste dei ricercatori americani, bocciando di netto la posizione di Cupertino. Apple, infatti, si limitava a sostenere semplicemente che i brevetti non fossero validi.
Le cifre contestate dalla mela morsicata riguardano soprattutto la percentuale richiesta per ogni dispositivo. Secondo Apple, infatti, questa avrebbe dovuto essere pari a 7 centesimi di dollaro per dispositivo venduto. Nettamente in disaccordo i ricercatori universitari i quali, dal canto loro, hanno ritenuto di dover chiedere 2,74 dollari per iPhone o iPad provvisti di tale tecnologia.
Ma non sembrerebbe questa la fine. I tecnici che hanno fatto causa Apple pare non siano del tutto soddisfatti ma, anzi, siano intenzionati ad avanzare altre cause nei confronti di Cupertino. Che, dal canto suo, ha dichiarato esplicitamente la non validità del brevetto dell’università che, così facendo, non aveva modo di essere infranto. Non giungono per il momento altri commenti ufficiali sul verdetto. Sebbene, c’è da aspettarselo, il ricorso in appello sembra alquanto scontato.
La notizia non ha destato lo scalpore che ha, invece, colpito Samsung incolpata e condannata per violazione dei brevetti proprio nei confronti di Apple. La lotta infinita tra i due colossi è poi andata nel dimenticatoio, almeno per la questione brevetti e tribunale. Ancora una volta la dimostrazione che ad Apple dai media e dagli utenti viene riservato un trattamento di favore.