YouTube Music: se ne parla da circa due anni tra rumors, speranze, previsioni. Ed ecco finalmente affacciarsi il temuto nuovo concorrente nella guerra degli streaming musicali. Google, attraverso la sua holding Alphabet, ha infatti lanciato – per ora solo negli States – l’app che sfiderà ad armi pari Spotify e Apple Music.
La neonata piattaforma YouTube Music permetterà l’accesso in streaming a tantissimi video musicali, sia di artisti mainstream che più di nicchia. Più tutta la platea di cover interpretate da utenti di YouTube, croce e delizia nei naviganti del sito praticamente da sempre. Il servizio sarà gratuito, ma gli abbonati a YouTube Red – il servizio per lo streaming di video e musica senza pubblicità lanciato un mese fa – godranno di diverse funzionalità aggiuntive.
L’app di YouTube Music è disponibile sia per devices Apple che per Android. Un’interfaccia completamente rinnovata presenta al proprio interno svariate sezioni, che vanno dalle hits contemporanee alle playlist basate sul gusto degli utenti, inoltre saranno presenti stazioni personalizzate in base a genere o artista. Su YouTube Music è anche possibile salvare i brani musicali per l’ascolto off-line, un po’ come accade con Spotify Premium, oppure ascoltare solo l’audio a schermo spento. Ovviamente, per avere queste funzionalità è necessario sottoscrivere YouTube Red. L’abbonamento mensile, ad esclusione del periodo di prova gratuita di 14 giorni, avrà un costo di 9,99 dollari, potendo riprodurre musica senza limiti, anche con display spento.
Con questa mossa Google entra a pieno titolo nella competizione tra le piattaforme streaming più note (e anche più ricche quanto a cataloghi). In primis Spotify, che conta 20 milioni di abbonati, ma anche Apple Music, che è entrata nel mercato a giugno e ad ottobre ha annunciato 6,5 milioni di utenti paganti (e 15 milioni di utenti complessivi).
Se è vero che YouTube Music può avere dalla sua parte un vastissimo repertorio – alcune delle quali rarità irreperibili in qualsiasi altro servizio streaming – è altrettanto palese che la questione della qualità audio per la piattaforma musicale di Mountain View non è mai stata una priorità. Vedremo più o meno tra un anno se a pagare sia più la quantità o la qualità.