Una delle caratteristiche più apprezzate dagli utenti di Telegram è la sua capacità di mantenere riservate le conversazioni. Questa stessa caratteristica ha, però, fatto anche criticare molto l’app in quanto è utilizzata dai terroristi per comunicare anche in occasione degli ultimi attentati di Parigi.
Il CEO di Telegram si è sempre detto tranquillo affermando di dormire bene la notte perché il suo obiettivo principale, nella realizzazione dell’applicazione, è sempre stato quello di tutelare la privacy dei propri utenti. “Penso che la privacy, in ultima analisi, e il nostro diritto di privacy è più importante della nostra paura delle brutte cose che accadono, come il terrorismo“, ha dichiarato a settembre a Techgrunch Pavel Durov.
Ha continuando dicendo che: “Se si guarda all’ISIS, sì, c’è una guerra in corso in Medio Oriente. In ultima analisi, l’ISIS troverà un modo per comunicare con le sue cellule e se non Telgram troveranno qualcos’altro. Non dobbiamo sentirci in colpa per questo. Stiamo ancora facendo la cosa giusta, proteggere la privacy dei nostri utenti.
“Durov è definito il Mark Zuckerberg russo per aver fondato un social network, VKontakte, che in Russia è più famoso di Facebook. Personaggio per niente semplice e in più occasioni le sue dichiarazioni hanno infastidito opinione pubblica e politica. Proprio in occasione degli attentati di Parigi non ha mancato di dire la sua su Facebook accusando i “miopi socialisti” del governo francese.
Per capire il personaggio si può ricordare un episodio in cui ha gettato degli aeroplanini fatti di soldi dalla finestra della sua abitazione che ha portato ad una rissa tra coloro che volevano accaparrarsi il denaro.
Come abbiamo appreso questa mattina ha poi deciso di bloccare 78 account di Jihadisti appartenenti all’ISIS. Facendo dietrofront sulle dichiarazioni per mettere fine alle polemiche scatenatesi in tutto il mondo.