Gli animali clonati ci mancavano al già vasto carnet di cineserie. E il paese del Sol Levante pare non avere limiti di fantasia se ha pensato di combattere l’estinzione degli animali, clonandoli, appunto.
Il progetto è di un’azienda il cui nome è già tutto un programma: Boyalife. Sebbene il suo intento sia quello di salvare le specie animali a rischio estinzione, qualche domanda accompagnata da riflessioni etiche è lecito porsele. Quello che Xu Xiaochun, CEO dell’azienda spiega di voler creare, è un’impresa davvero fuori del comune: il più grande stabilimento al mondo per generare animali clonati.
Certo, un progetto del genere potrebbe risultare molto utile a preservare specie protette, come il panda gigante. Tuttavia, se non l’intento, è la questione di ordine etico a far discutere. Questa fabbrica, infatti, per Xiaochun è destinata a cambiare “le nostre vite e il nostro mondo”.
I primi animali ad essere clonati dagli scienziati della Boyalife saranno probabilmente i cavalli e i cani antidroga, insieme a quelli in grado di intervenire in situazioni di emergenza come le calamità naturali. Tuttavia, i primi esperimenti inizieranno con la clonazione del vitello giapponese, visto lo scopo assai importante di abbassare i costi del manzo di alta qualità che, in Cina, è decisamente molto raro e costoso.
Lo stabilimento, inaugurato possibilmente nella seconda metà del 2016, sarà un’incubatrice di oltre un milione di embrioni l’anno. Nel progetto, a quanto pare, ci ha creduto anche il governo cinese, tanto da finanziarne (un accordo da 200 milioni di yen, ovvero circa 1 milione e mezzo di euro), la realizzazione e la costruzione della fabbrica che sorgerà nel Tianjin. Il centro sarà il risultato degli sforzi congiunti del centro di ricerca di Sinica, insieme all’Istituto di Medicina Molecolare dell’università di Pechino, oltre alla Tianjin International Joint Academy of Biomedicine e, infine, alla Fondazione sudcoreana Sooam specializzata in prodotti biotech e ricerca di settore.
“Stiamo percorrendo una strada che nessuno ha mai percorso”, dichiara ancora Xiaochun. Sicuramente, aggiungiamo noi. Ma di qui alla clonazione umana quanto è ancora lungo il passo?