Gli smartwatch sono dei mini computer da polso, con numerose potenzialità, compresa quella di permettere di copiare durante gli esami. Per questo alcune università, come quella di Kyoto in Giappone, stanno cominciando a vietare l’utilizzo di qualsiasi tipo di orologio – a scanso di equivoci – durante gli esami.
Anche il “copiare” è un’arte e nel corso della storia gli studenti si sono sempre ingegnati nella ricerca del modo più efficace e meno scopribile per colmare le proprie lacune durante gli esami e le verifiche.
Oggi però la tecnologia dà una grossa mano, anche ai “copioni”: basti pensare alle possibilità offerte dagli smartphone che già, spesso, vengono ritirati durante gli esami più importanti. Presto però questa sorte potrebbe toccare anche agli orologi, tutti quanti.
Niente più orologio agli esami
Infatti, come riporta il Wall Street Journal, l’Università di Kyoto, una delle più prestigiose in Giappone, è intenzionata a vietare agli studenti di portarsi l’orologio (qualsiasi esso sia), durante gli esami di ammissione, a scanso di equivoci.
Come è ovvio pensare, il problema non sono gli orologi “normali” ma quelli smart. Tuttavia, come si suol dire, “per colpa di qualcuno non si fa credito a nessuno”.
Smartwatch: un aiuto per i copioni
Con l’avvento degli smartwatch, infatti, al polso non abbiamo più dei semplici strumenti di misura del tempo ma dei veri e propri mini computer, e questo rende ancora più facile il lavoro ai “copioni”. Oltre ai vari smartwatch disponibili sul mercato, l’esempio estremo è rappresentato dal Rufus Cuff, un tablet da polso di cui vi avevamo parlato qualche tempo fa.
Non c’è da meravigliarsi nella decisione dell’istituzione Giapponese e non è la sola a essersi mossa in questa direzione: anche l’Università del New South Wales, in Australia, “per via degli avanzamenti tecnologici degli orologi”, ha vietato l’uso degli smartwatch durante gli esami.
Non passerà molto tempo prima che questa contromisura si diffonda nel mondo dell’istruzione; sono quindi in arrivo tempi duri per i furbetti più all’avanguardia, anche se, forse, in Italia hanno ancora un po’ di tempo.
Conviene rispolverare i vecchi metodi.