Solo di pochi giorni fa è la notizia del crack eseguito sulla Playstation 4, compiuto per mano di un hacker, conosciuto con il nick CTurt, che è stato in grado di sfruttare una vulnerabilità trascurata da Sony.
Qualcuno forse ricorderà gli anni d’oro della prima playstation, quella che tra le prime si distinse per l’adozione dei cd-rom come supporto per i videogiochi, in sostituzione delle vetuste cartucce.
Erano gli anni ’90 e, oltre al grande successo, la casa nipponica andava incontro anche al periodo in cui i suoi titoli venivano maggiormente piratati. La procedura era molto semplice: si portava la Play da qualcuno che, quasi come mestiere abituale, la sbloccava. Da quel momento si conosceva un mondo tutto nuovo, fatto di una miriadi di videogiochi a buon mercato.
Da allora la consolle di Sony ha avuto modo di reincarnarsi per tre volte e col tempo ha imparato a difendersi maggiormente, o almeno creando maggiori difficoltà al mercato della pirateria.
Dopo il buon risultato ottenuto dalla Playstation 3, che resistette diversi anni, chi le succede ha resistito solo per anni dal rimanere inviolata. Infatti grazie al duro lavoro svolto dall’hacker CTurt, che è riuscito a scrivere sulla memoria, potrà essere possibile installare software esterno, quindi giochi (ma non solo), sulla consolle.
Si tratta però solo di un primo passo. L’hack, infatti, si applica solo al firmware 1.76 attraverso il Webkit exploit che è stato corretto nelle nuove versioni. Tuttavia dimostra l’importanza, in un sistema operativo, di curare le vulnerabilità in modo celere.